Ansa
Più di 230 persone migranti sono riuscite a entrare in territorio spagnolo, saltando in massa, la barriera situata alla frontiera tra il Marocco e l'enclave di Melilla.
Lo rendono noto diversi media spagnoli, citando la delegazione del governo di Madrid a Melilla.
Il superamento della recinzione è avvenuto intorno alle 7 del mattino. Va ricordato che in questi giorni è in corso la celebrazione della festività islamica Aid el Kebir, la festa del sacrificio, circostanza che potrebbe aver indotto più persone del solito a tentare il salto della barriera per la possibilità che ci fossero meno controlli sul lato marocchino.
Si tratta di uno dei salti di massa della barriera alla frontiera di questa enclave che hanno coinvolto più persone negli ultimi anni. Anche nei giorni scorsi ci sono stati dei tentativi di accesso irregolare in territorio spagnolo, l'ultimo dei quali ha coinvolto una ventina di persone migranti. Secondo quanto riporta El Mundo, si è trattato del terzo scavalcamento della recinzione di Melilla, alta circa sei metri, negli ultimi dieci giorni.
La collaborazione tra Madrid e Rabat in materia di gestione migratoria è "reale ed effettiva" e i due Paesi sono in contatto continuo per migliorare la sicurezza dei punti di frontiera in comune: lo ha affermato in una conferenza stampa il ministro dell'Interno spagnolo Fernando Grande-Marlaska, in risposta a una domanda sull'entrata in massa nell'enclave di Melilla.
Intanto, il governo spagnolo ha informato che ci sono 18 persone migranti ferite tra quelli che sono riusciti a entrare in territorio iberico scavalcando la barriera sul confine, di cui uno è stato ricoverato in ospedale per la frattura di tibia e perone. Inoltre, sono rimasti lievemente feriti tre agenti della Guardia Civil.
La pressione migratoria su Melilla e Ceuta, altra enclave spagnola in Marocco, è aumentata considerevolmente negli ultimi mesi: il caso più eclatante era stato lo scorso maggio con l'assalto delle persone migranti alla frontiera di Ceuta, che portò Spagna e Marocco sull'orlo di una crisi diplomatica nell'ambito del contesto più ampio della questione del Sahara occidentale; una crisi, quella di maggio, innescata dalla decisione di Madrid di accogliere il leader del Fronte Polisario, Brahim Ghali, sotto falso nome per un ricovero ospedaliero, tenendolo nascosto al suo alleato strategico.