Tra le macerie di Rafah, nella Striscia di Gaza - Reuters
Le speranze per fermare la guerra in Medio Oriente si concentrano a Parigi. Il gabinetto di guerra del governo israeliano ha votato per inviare una delegazione ad alto livello ai negoziati a Parigi per un accordo sugli ostaggi accompagnato da una tregua nella guerra a Gaza. Lo riferisce The Times of Israel, precisando che non ci sono ancora conferme ufficiale del governo alla decisione che sarebbe stata presa all'unanimità.
Secondo quanto rivelato da Axios, il principale consigliere di Joe Biden sul Medio Oriente aveva fatto pressioni su Israele affinché accettasse di inviare la delegazione al nuovo round di negoziati nella capitale francese "guidati" dal capo della Cia Bill Burns e ai quali partecipano i rappresentanti dell'Egitto e del Qatar.
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HAMAS AMMORBIDISCE LE RICHIESTE
Tremila detenuti palestinesi in cambio della liberazione degli ostaggi israeliani. Questa, secondo fonti egiziane, la nuova richiesta avanzata da Hamas nell'ambito dei colloqui con i mediatori svoltisi al Cairo e che hanno registrato "progressi". Se resta la cautela, molte fonti hanno tuttavia indicato che i negoziati si stanno indirizzando verso il binario giusto per il rilascio dei rapiti e una possibile tregua a Gaza. La richiesta dei tremila detenuti palestinesi - secondo le fonti egiziane raccolte dal Wall Street Journal - è un numero ridotto rispetto alle pretese delle scorse settimane della fazione islamica che gelarono la trattativa
Inoltre, sempre secondo le fonti riportate dal Wsj, l'avvio della potenziale tregua iniziale di 6 settimane farebbe scattare i negoziati sul cessate il fuoco permanente nella Striscia e solo se questo si concretizzasse Hamas completerebbe il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani. Una tempistica questa già respinta da Israele.
NETANYAHU HA GIA' PRONTO IL PIANO PER IL DOPOGUERRA
Una Striscia di Gaza smilitarizzata, la cui sicurezza sarà garantita da Israele e dove l'Unrwa sarà “cancellata”. È questo il piano del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per "il giorno dopo" il conflitto contenuto in un documento, presentato al gabinetto di guerra per l'approvazione e pubblicato oggi dall'ufficio del premier. Netanyahu ha ricordato gli obiettivi a breve termine: distruggere le capacità militari e le infrastrutture governative sia di Hamas che della Jihad. Gaza, dice, non sarà più una minaccia.
Nel medio termine, il presidente ha annunciato una Striscia dove Israele manterrà la libertà di operazioni militari "senza limiti di tempo", con il controllo israeliano del confine tra Gaza e l'Egitto per impedire la ricomparsa di "elementi terroristici". "La 'Recinzione Sud' opererà, per quanto possibile, in cooperazione con l'Egitto e con l'assistenza degli Stati Uniti, e si baserà su misure volte a prevenire il contrabbando, sia sotterraneo che aereo, compreso il valico di Rafah".
Per quanto riguarda l'amministrazione civile e l'ordine pubblico, sarebbero regolati da funzionari locali con esperienza amministrativa lontani da "Paesi o entità che sostengono il terrorismo e non riceveranno alcun pagamento da loro", si legge nel documento, che annuncia un "programma globale" di quella che viene chiamata deradicalizzazione delle istituzioni religiose ed educative nell'enclave, con l'aiuto di altri Paesi arabi.
IL NO DELL'ANP: PIANO DESTINATO AL FALLIMENTO
L'Autorità nazionale palestinese (Anp) di Abu Mazen ha respinto il Piano del governo di Benyamin Netanyahu per il dopoguerra a Gaza. Il portavoce del presidente Nabil Abu Rudeina - citato dalla Wafa - ha detto che "Gaza sarà solo parte dello stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale, e qualsiasi piano diverso da quello è destinato al fallimento". "Israele - ha aggiunto non riuscirà nei suoi tentativi di cambiare la realtà e i dati demografici di Gaza. Se il mondo vuole sicurezza e stabilità nella regione, deve porre fine all'occupazione e riconoscere lo Stato palestinese indipendente".