mercoledì 8 maggio 2019
La condanna a morte in prima istanza l’11 novembre 2010, fino all'assoluzione dell'ottobre 2018 e il via libera all'espatrio del 29 gennaio 2019
Le proteste a Peshawar contro l'assoluzione di Asia Bibi nell'ottobre dello scorso anno (Ansa)

Le proteste a Peshawar contro l'assoluzione di Asia Bibi nell'ottobre dello scorso anno (Ansa)

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Quasi dieci anni è durata la vicenda di Asia Bibi: dall'ingiusto arresto alla trafila in tribunale e all'attesa nel carcere di Multan del giudizio finale che l'ha portata all'assoluzione. Fino alla partenza per il Canada. Queste le tappe principali.

19 GIUGNO 2009

A seguito delle accuse di affermazioni oltraggiose verso il profeta Maometto portate contro di lei da donne del suo villaggio e supportate da un imam locale, la cristiana Asia Bibi viene incarcerata il 19 giugno, e rinviata a giudizio. La condanna a morte in prima istanza l’11 novembre 2010, viene confermata in appello il 16 ottobre 2014, prima donna a vedere a subire una sentenza capitale nonostante la sostanziale mancanza di prove e, al contrario, l’evidente accanimento nei suoi confronti in un clima di crescente intolleranza e pressione sulla minoranza cristiana.

22 GIUGNO 2015

La Corte Suprema sospende la condanna e si riserva di rivedere l’intera vicenda. Comincia così un’attesa snervante per la donna, prigioniera in isolamento nel carcere femminile di Multan, in precarie condizioni di salute e sotto la costante minaccia di ritorsioni degli islamisti che hanno posto anche una taglia su di lei. Dopo varie udienze annunciate e sospese, sotto la costante attenzione internazionale, la sentenza assolutoria arriva il 31 ottobre 2018, attivando le proteste di piazza degli estremisti sedate con fermezza dalle forze di sicurezza.

29 GENNAIO 2019

La decisione negativa della stessa Corte Suprema sulla richiesta del principale accusatore di Asia Bibi di revisione della sentenza di assoluzione, ultimo ostacolo formale alla piena libertà e alla partenza verso uno dei Paesi disponibili all’accoglienza per lei e la famiglia, apre invece un ulteriore tempo di attesa, in sostanziale isolamento in uno o più rifugi protetti. Un tempo passato nell’incertezza, nella preghiera e, per diverse fonti, in condizioni di prostrazione fino alla sua partenza per il Canada nella serata di martedì.

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