mercoledì 19 marzo 2025
Un ponte aereo con l'Aeronautica per consegnare 600 dispositivi medici messi a disposizione dalla Fondazione Giovanni Paolo II per gli ospedali dei due Paesi. Il grazie del vescovo di Beirut
Il vescovo Cèsar Essayan, vicario apostolico dei latini di Beirut, alla cerimonia di consegna degli apparecchi medici giunti dall'Italia per gli ospedali di Libano e Siria

Il vescovo Cèsar Essayan, vicario apostolico dei latini di Beirut, alla cerimonia di consegna degli apparecchi medici giunti dall'Italia per gli ospedali di Libano e Siria - Fondazione Giovanni Paolo II

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Mentre crescono le tensioni fra Libano e Siria, c’è un ponte solidale che unisce i due Paesi. È quello voluto dalla Fondazione Giovanni Paolo II, onlus per la cooperazione internazionale creata dalle diocesi della Toscana, che ha appena fatto arrivare a Beirut, fra le ferite della guerra, un carico di apparecchi medici per gli ospedali e i centri sanitari delle due nazioni: 600 dispositivi fra apparati di radiologia, strumenti di supporto respiratorio e misuratori clinici. I 24 maxi-imballaggi sono atterrati in Libano con un volo speciale del 14° Stormo dell’Aeronautica Militare partito da Pratica di Mare e concesso dal ministero della Difesa. A donare gli strumenti Esaote, azienda leader mondiale di sistemi diagnostici.

La cerimonia di consegna degli apparecchi medici giunti dall'Italia per gli ospedali di Libano e Siria

La cerimonia di consegna degli apparecchi medici giunti dall'Italia per gli ospedali di Libano e Siria - Fondazione Giovanni Paolo II

«È una luce di speranza per i bisognosi che ogni giorno si affidano alle nostre cure. Ed è una testimonianza concreta di amore e attenzione verso chi soffre», spiega suor Nicolas Akiki, responsabile dell’ospedale delle Suore del Rosario a Beirut, che potrà contare su alcuni degli strumenti giunti dall’Italia. Gli apparecchi saranno distribuiti agli ospedali e ai centri medici libanesi attraverso il vescovo Cèsar Essayan, vicario apostolico dei latini di Beirut, con la collaborazione del contingente italiano di stanza in Libano. E parte del materiale andrà anche alle strutture sanitarie siriane, in particolare l’ospedale italiano di Damasco.
Gli strumenti diagnostici e medicali rientrano in uno dei programmi internazionali della Fondazione Giovanni Paolo II che da tempo supporta il Libano con l’invio di farmaci e materiale sanitario in collaborazione con il Movimento dei Focolari che spesso rappresentano dei salvavita per la popolazione.

La cerimonia di consegna degli apparecchi medici giunti dall'Italia per gli ospedali di Libano e Siria

La cerimonia di consegna degli apparecchi medici giunti dall'Italia per gli ospedali di Libano e Siria - Fondazione Giovanni Paolo II

Negli ultimi mesi, in attesa che la situazione politica in Libano ne consentisse l'invio in sicurezza, il carico è stato custodito nel porto di Livorno dalla Savino Del Bene, multinazionale italiana specializzata in spedizioni e logistica. Grazie a un accordo fondamentale con il ministero della Difesa che ha messo a disposizione il trasporto e la logistica, il materiale è arrivato a destinazione. «Un intervento del genere – ha detto il capo-progetti della Fondazione toscana per il Libano, Stefano Baldini, durante la cerimonia cdi consegna – è possibile attraverso un gran numero di attori coinvolti, tutti uniti intorno a un unico scopo. Dal Sistema Italia al network internazionale della Fondazione Giovanni Paolo II a Esaote e Savino Del Bene, dal ministero della Difesa all’Aeronautica, dal vicariato di Beirut alle organizzazioni locali, tutti insieme siamo riusciti in un’operazione basata totalmente sul contributo volontario e che migliora nel lungo termine la qualità della vita e della cura della comunità libanese e siriana».

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