lunedì 3 giugno 2024
All'ambasciata italiana, per la festa della Repubblica, un banchetto per le famiglie dei rapiti. E un libro con i piatti tipici scritto dai parenti
Il banchetto all'ambasciata italiana in Israele in occasione della festa della Repubblica

Il banchetto all'ambasciata italiana in Israele in occasione della festa della Repubblica - Archivio

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Ogni anno, il 2 giugno - in occasione della Festa della Repubblica - l’Ambasciata italiana a Tel Aviv è solita organizzare una festa pubblica, dedicata alla cultura e alla musica italiana: talvolta i concerti avvengono in centri culturali, in music hall o anche in spiaggia. Quest’anno, invece, si è celebrato in Kikar ha Chatufim - la Piazza degli Ostaggi - dopo gli ormai 240 giorni di guerra tra Israele e Hamas. Ma invece di fare festa, l’Ambasciata ha scelto di celebrare la ricorrenza con un momento di raccoglimento e di silenzio. Tuttavia, non si è rinunciato ad offrire un gesto di solidarietà nei confronti delle famiglie degli ostaggi, per cui è stata cucinata e servita pizza, marchio inconfondibile del Made in Italy ma anche un simbolo di condivisione e fratellanza.

Presenti al momento conviviale, assieme alle famiglie dei 125 israeliani rapiti a Gaza - di 37 dei quali è stata confermata la morte -l’ambasciatore Sergio Barbanti, assieme a tutto il personale dell’ambasciata. Barbanti ha colto l’occasione per ricordare l’impegno costante, in questi otto mesi, da parte dell’ambasciata e dell’Italia, che hanno fatto tutto il possibile, sul piano diplomatico, per cercare di favorire i negoziati e riportare tutti gli ostaggi a casa. L'augurio, per il prossimo 2 giugno, è di poter tornare a festeggiare assieme a tutti i cittadini israeliani tornati, finalmente, nelle proprie case.

Mentre i negoziati continuano a procedere a stento, e la speranza da parte delle famiglie non fa che affievolirsi di giorno in giorno, un nuovo progetto, per mantenere viva la consapevolezza e la solidarietà tra i famigliari degli ostaggi e tutti coloro che gli sono vicini, è ora disponibile in versione cartacea e online: un ricettario di piatti tipici israeliani che, attraverso le parole dei genitori o dei figli dei rapiti racconta il piatto preferito - e la ricetta - dei propri cari, ancora nella Striscia.

Anche il cibo diventa, quindi, un'occasione di solidareità con gli ostaggi e le loro famiglie. Infatti in occasione della festività ebraica di Shavuot che si tiene la prossima settimana – e che commemora la ricezione della Torah sul Monte Sinai – è tradizione, in Israele, mangiare solo prodotti halavi, ovvero a base di latticini. All’interno di questa tradizione, il Forum dei famigliari degli ostaggi ha pubblicato il libro di ricette "Shavuot of Longing": una raccolta speciale che comprende 180 pagine e 75 ricette e condivide le storie personali dei rapiti, con l'obiettivo di aumentare la consapevolezza e il sostegno per il loro ritorno. Sono sempre di più gli influencer israeliani che, ormai ogni giorno, pubblicano sui propri social una ricetta diversa - assieme alla storia di chi la racconta - perché la comunità internazionale non si dimentichi di chi è ancora prigioniero nell’Enclave.

Il volume è stato realizzato in collaborazione con Be'eri Print - la tipografia di uno dei kibbutz più drammaticamente colpiti durante il massacro del 7 ottobre - e tutti i proventi andranno a sostegno del Forum.

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