venerdì 21 marzo 2025
L’esercito “regolare” ha ripreso la notte scorsa il palazzo presidenziale di Khartum occupato dalle Forze paramilitari di supporto rapido: dopo quasi due anni di guerra civile forse è la svolta
Sfollati in fila per il cibo a Omdurman: la popolazione sta vivendo la "più grave crisi umanitaria mondiale"

Sfollati in fila per il cibo a Omdurman: la popolazione sta vivendo la "più grave crisi umanitaria mondiale" - Reuters

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Si combatte nel centro della capitale e l’esercito “regolare” ha ripreso la notte scorsa il palazzo presidenziale occupato dalle Forze paramilitari di supporto rapido: dopo quasi due anni di guerra civile forse è la svolta. Nella capitale Khartum l'esercito ha lanciato mercoledì l’offensiva per conquistare il palazzo presidenziale controllato da due mesi dalle Forze paramilitari di supporto rapido (Rsf). "Le nostre forze hanno completamente distrutto i combattenti e l'equipaggiamento del nemico e sequestrato grandi quantità di equipaggiamento e armi", ha affermato il portavoce, Nabil Abdallah, in una dichiarazione trasmessa dalla televisione di Stato.

Tre giorni fa il comandante dei paramilitari Mohammed Dagalo “Hemetti” aveva lanciato un appello per la difesa dell’edificio, simbolo del potere e dell’unità nazionale. Le forze armate comandate dal generale Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan e rafforzate dall’arrivo di unità e milizie dal sud, avrebbero distrutto ieri un convoglio di 30 veicoli delle Forze di supporto rapido in ritirata verso sud. Le due fazioni militari hanno inscenato un colpo di stato insieme nel 2021, rovesciando il governo di transizione con la società civile che nel 2019 aveva a sua volta deposto il tiranno genocida al-Bashir. La guerra civile è scoppiata nell’aprile 2023 dopo il rifiuto dei paramilitari di inquadrarsi nell’esercito. La conquista della capitale potrebbe consolidare la divisione territoriale del Paese in due tronconi tra est e ovest. L'esercito controlla il nord e l'est, dove ha spostato la capitale a Port Sudan, sul Mar Rosso. Le Forze di supporto rapido, che all'inizio del 2025 a Nairobi, in Kenya, hanno iniziato a costituire un governo parallelo con l’intento di edificare lo stato etnico delle tribù “Baggara” di origine araba, prevalgono a ovest, nel Darfur ricco di oro dove stanno combattendo per prendere il controllo dell'ultima roccaforte dell'esercito, ad al-Fashir, e nel sud dove ci sono le pianure più fertili. Ma stanno perdendo terreno nel Sudan centrale mantenendo per ora il controllo di parti di Khartum e della città gemella di Omdurman. Due anni di scontri hanno causato quella che le Nazioni Unite definiscono «la più grande crisi umanitaria del mondo» con oltre 12 milioni di sfollati e devastato l'economia nazionale. Secondo Catherine Russell, direttore esecutivo dell'Unicef quasi due terzi della popolazione – più di 30 milioni di persone – avrà bisogno di assistenza umanitaria quest'anno. Sedici milioni sono bambini. «La carestia – ha aggiunto Russell – si sta verificando in almeno cinque località del Sudan, dove si stima che vivano 1,3 milioni di bambini sotto i cinque anni. Oltre tre milioni di bambini sono a rischio imminente di epidemie mortali, tra cui colera, malaria e dengue, a causa del fallimento del sistema sanitario. E 16,5 milioni di bambini in età scolare, quasi un'intera generazione, sono fuori da ogni struttura di insegnamento ».

Russell ha avvertito che la sua agenzia ha ricevuto segnalazioni di gravi violazioni contro i bambini, tra cui il reclutamento forzato da parte di gruppi armati, morti e feriti a causa di bombardamenti, attacchi aerei e combattimenti, e violenze sessuali. Alcuni video postati nei giorni scorsi dal Sudan War monitor mostrano ragazzi che prestano servizio al fronte a Khartum con Al-Baraa Bin Malik, brigata islamista alleata dell'esercito alla stazione di Sharwani, catturata mercoledì . Un altro video mostra cadaveri di ragazzi con l’uniforme della Rsf. L’Onu e le Ong hanno regolarmente denunciato l’uso dello stupro come arma di guerra da entrambe le parti. Molti gli osedali compiti. Prima di lasciare la Casa Bianca l’ex presidente Joe Biden ha accusato di genocidio entrambi i contendenti. Il suo successore Donald Trump con il taglio ai fondi Usaid ha invece messo in ginocchio gli aiuti umanitari al Sudan. Secondo l’Onu, le Rsf e le milizie alleate negli ultimi giorni hanno fatto irruzione nelle case nella parte orientale di Khartum effettuando esecuzioni sommarie e detenzioni arbitrarie e saccheggiando cibo e forniture mediche dalle cucine della comunità e dagli ambulatori. Gli aiuti americani andavano soprattutto lì e hanno aiutato i civili a resistere per due lunghi anni.

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