giovedì 3 ottobre 2024
Zelensky: «Produrremo quattro milioni di droni l’anno». Annunciato «un grande programma di missili, anche balistici»
Il lancio di un missile anti-carro da parte di un artigliere ucraino nel Donetsk

Il lancio di un missile anti-carro da parte di un artigliere ucraino nel Donetsk - Reuters

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È caduta anche Vuhledar. Con il ritiro delle forze ucraine dalla cittadina mineraria situata 50 chilometri a sud-ovest di Donetsk, l’avanzata dei russi nel Donbass prosegue inesorabile. Martedì erano entrati, ieri la capitolazione. Alla Bbc due soldati della 72a brigata hanno raccontato che le truppe sono partite a piedi, in mancanza di alternative praticabili. Mentre cercavano di retrocedere, molti sono stati feriti e uccisi dai droni e dall'artiglieria. Numerosi i dispersi. Sul municipio è stata issata la bandiera russa. Nell’abitato resterebbero unità sbandate. La città è ridotta a un cumulo di macerie, dopo mesi di bombardamenti e assedio. Dei 14mila abitanti, ne restano 107. Simbolo della resistenza, come Bakhmut e Avdiivka, Vuhledar è diventata un tassello della ritirata. Era dalle prime settimane della guerra, scoppiata con l’invasione del 24 febbraio 2022, che l’Armata russa cercava di conquistarla. Ora sarà più difficile la difesa del nodo strategico di Pokrosk. E sarà facilitata la linea di rifornimento per i russi.

Proprio dalla zona di Pokrosk, dove proseguono feroci i combattimenti a una decina di chilometri dalla città, sono arrivate voci di un’esecuzione sommaria di prigionieri da parte dei russi. La procura ucraina ha avviato un’indagine preliminare. «Questa è la più grande esecuzione nota di prigionieri di guerra ucraini in prima linea. È un’ulteriore prova che l’uccisione e la tortura dei prigionieri non sono un incidente, ma una politica deliberata della leadership militare e politica russa», ha denunciato il procuratore generale Andrii Kostin.

Quattrocento chilometri più a nord, a ridotto del confine russo nella regione di Sumy, l’intera città di Shostka è rimasta senza corrente elettrica e senz’acqua, dopo un massiccio attacco con droni. Anche le comunicazioni della rete mobile sono in parte interrotte. Sono stati attivati i cosiddetti «punti di invincibilità», dove ricaricare i dispositivi elettronici.

E Kiev si prepara a un futuro di guerra. Il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato, al secondo Forum internazionale delle industrie della difesa ospitato nella capitale, che la produzione di droni salirà a quattro milioni l’anno. Era pressoché zero, è già un milione e mezzo. Per i prossimi mesi, il ministro della Difesa Rustem Umerov ha annunciato «un grande programma missilistico»: «Abbiamo già iniziato a lavorare sui missili balistici». Saranno necessari, ha precisato, investimenti e accordi di lungo termine per sostenere la produzione. Anche dopo la guerra e per l'esportazione.

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