Forze di sicurezza afghane appostate all'ingresso di Shamshad tv durante l'attacco (Ansa)
Un commando di almeno 3 uomini armati ha fatto irruzione questa mattina nella sede di un'emittente televisiva a Kabul. Nel mirino dei terroristi la Shamshad Tv, la principale tv pashtun dell’Afghanistan, che ha interrotto le trasmissioni quando i terroristi hanno fatto irruzione nell'edificio. Secondo alcune fonti, all'interno c'erano decine di impiegati al momento dell'attacco. "Tramite le telecamere di sicurezza ho visto tre assalitori entrare nell'edificio dell'emittente. Prima hanno sparato a una guardia, poi sono entrati. Hanno cominciato a lanciare granate e sparare", ha dichiarato il reporter dell'emittente Shamshad, Faisal Zaland, che è riuscito a fuggire da una porta di servizio.Per tutta la durata dell’assalto l'emittente, che viene captata in tutto il territorio nazionale, ha trasmesso al posto della programmazione normale un fermo immagine.
Subito le forze di sicurezza sono giunte sul posto, cercando di neutralizzare i terroristi mentre un centinaio fra giornalisti e impiegati si trovavano all'interno dello stabile. L'attacco sarebbe iniziato con un'esplosione probabilmente provocata da un attentatore suicida. Poi l'edificio sarebbe stato attaccato da almeno due o tre uomini armati che indossavano divise militari. "Alcuni dei miei colleghi sono stati uccisi, altri sono feriti", ha raccontato il reporter Hashmat Istankzai alla Bbc. Una ventina di giornalisti e dipendenti sarebbero infatti rimasti feriti, fra cui anche il direttore dell’emittente, Abed Ehasas. Il raid si è concluso dopo circa 3 ore: almeno due le vittime, una impiegata e un agente di guardia (oltre ai tre assalitori), e una ventina i feriti.
Con un tweet, il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha subito negato qualsiasi coinvolgimento dell'Emirato islamico dell'Afghanistan nell'attacco. Poco dopo il Daesh ha rivendicato l'attacco sostenendo che nell'operazione "sono state uccise 20 persone". Lo ha precisato con un tweet l'agenzia Amaq, organo di propaganda del Califfato - affermando che l'azione è stata condotta con un "attacco" delle cosiddette forze speciali del gruppo, note come "inghemasiyoun".