venerdì 19 maggio 2023
Il presidente va al G7 deciso a rassicurare gli alleati sulla tenuta dell'economia: sa che un flop ipotecherebbe la nuova corsa per la Casa Bianca
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, all'arrivo in Giappone per il G7

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, all'arrivo in Giappone per il G7 - Reuters

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Joe Biden è partito per il Giappone con il sorriso sulle labbra, dicendosi fiducioso che gli Stati Uniti eviteranno un default del debito senza precedenti e potenzialmente catastrofico. I colloqui con i repubblicani del Congresso sono stati produttivi, ha detto prima di salire in aereo. Biden ha persino promesso agli americani che sarà in «costante contatto» con i funzionari della Casa Bianca durante il vertice giapponese e ha annullato gli scali in Australia e Papua Nuova Guinea per tornare a Washington domenica. Il sorriso del presidente Usa deve essere ancora più convincente a Hiroshima, dove i leader del G7 si aspettano di essere rassicurati che la prima potenza economica al mondo non farà fallimento, innescando disastri economici e panico sui mercati finanziari internazionali.

Ma dietro questo ottimismo si cela un negoziato difficile, dove i repubblicani stanno imponendo parte dei tagli drastici alla spesa sociale che Biden aveva promesso di non accettare. La sensazione che il presidente, il cui partito controlla il Senato ma è in minoranza alla Camera, stia compromettendo alcuni dei suoi principi per evitare la catastrofe economica viene dai contorni dell’accordo che comincia a prendere forma. In cambio dell'innalzamento del limite del debito, i conservatori vogliono imporre limiti alla crescita del budget federale a non più dell'1 per cento all'anno nel prossimo decennio. Biden sta spingendo per una finestra temporale più breve, ma ha di fatto già accettato la percentuale dell’1 per cento, che comporta tagli dell’entità di migliaia di miliardi di dollari. Il capo della Casa Bianca sembra anche disposto a imporre requisiti di lavoro più severi per i beneficiari dell’assistenza per i poveri. I repubblicani vogliono risparmiare 120 miliardi di dollari ampliando i requisiti di lavoro necessari per aver diritto agli aiuti alimentari e monetari per le famiglie povere. Ma i democratici hanno accusato il Grand old party di «utilizzare i poveri come pedine nei negoziati». La loro proposta – hanno aggiunto – sottende che «i poveri siano in qualche modo moralmente inaffidabili e non vogliano lavorare».

Il tempo, tuttavia stringe, e la maggioranza dei repubblicani appare determinata a spingere il Paese al limite del default, per poi scaricare il biasimo sulla Casa Bianca, infliggendo a Biden un danno enorme in vista delle elezioni del novembre 2024. Il dipartimento al Tesoro ha calcolato che il primo giugno gli Stati Uniti potrebbero non avere più denaro corrente per pagare i loro debiti. Non perché non avrebbero la capacità economica di pagarli, ma perché il governo non avrebbe il diritto di firmare un assegno di più senza l’autorizzazione politica del Congresso. Il debito nazionale Usa attualmente ammonta a 31,4 trilioni di dollari e va sottolineato che un aumento di quel limite non autorizzerebbe nuove spese federali. Consentirebbe solo di prendere in prestito per pagare ciò che il Congresso ha già approvato.

La prossimità della scadenza non lascia molto spazio di manovra. «È importante avere un accordo di principio entro il fine settimana: la Camera potrebbe poi votare l’eventuale intesa la prossima settimana», ha detto lo speaker della Camera, Kevin McCarthy, che è stato eletto leader della maggioranza repubblicana proprio a condizione di promettere massima fermezza sul debito. È interessante notare, che, secondo un'analisi della Reuters, gli Stati americani a tendenza repubblicana rischiano di perdere più denaro in trasferimenti federali degli Stati a tendenza democratica a causa dei tagli alla spesa sostenuti dai repubblicani.ì

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