L'avanzata delle milizie jihadiste
sunnite spaventa l'Iraq. I guerriglieri qaedisti hanno preso il
controllo di gran parte di Mosul, città della provincia
settentrionale di Ninive. Con uno spettacolare colpo di mano
contro il governo di Baghdad a guida sciita, gli uomini dello
Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) si sono
impadroniti di alcuni edifici-chiave, di fatto assumendo il
controllo della città che si trova 400 chilometri a nord della capitale
Baghdad.I ribelli hanno anche preso il controllo del carcere, da cui sono evasi 2.725 detenuti. Il governatore locale, Ethal Nujaifi, è riuscito a fuggire, ma da una località sconosciuta ha confermato che l'esercito iracheno è "crollato" e si è ritirato praticamente senza dare battaglia
Il governo è sconvolto e il
premier Nuri
al-Maliki ha ha chiesto al Parlamento di dichiarare lo stato di
emergenza. Secondo la Costituzione irachena, il parlamento può
dichiarare lo stato d'emergenza per 30 giorni nel caso in
cui in tal senso si esprimessero i due terzi dei deputati. I
poteri verrebbero immediatamente trasferiti al primo
ministro. Al-Maliki ha inoltre annunciato che il governo fornirà
armi ed equipaggiamento a tutti i volontari che vorranno
combattere contro i militanti.
"Il gabinetto - ha spiegato - ha creato una speciale cellula per seguire
questo processo di arruolamento volontario e per fornire
l'equipaggiamento". Maliki ha aggiunto che il governo ha deciso
di "ristrutturare e riorganizzare le forze di sicurezza". I miliziani avevano già il controllo di
Falluja e
di alcuni quartier di Samarra, città sacra per gli sciiti.La cattura di
Mosul da parte dell'Isis, una delle
molteplici sanguinarie espressioni di al-Qaeda, segue quattro
giorni di feroci combattimenti nella città e in altre zone nel
nord. Il comandante delle forze
speciali irachene, Fadhil Barwari, ha annunciato l'inizio di
raid aerei su Mosul. Gli attacchi, ha precisato il
generale, sono stati condotti attraverso
caccia F-16 contro
alcuni dei siti della città conquistati dai terroristi. Posta nel nord del Paese, a un centinaio di chilometri dal confine con la Turchia,
Mosul, la vecchia Ninive, antica capitale dell'impero assiro, sorge sulla riva orientale del Tigri, a 400 chilometri a nord di Baghdad: ha più di
un milione e mezzo di abitanti, che sono in gran parte arabi di confessione sunnita, ma ospita anche un esteso numero di minoranze confessionali ed etniche, come curdi, turcomanni e cristiani, che hanno sempre convissuto. Ed è un nodo strategico da cui passano merci, persone e armi, dalla Siria verso l'Iraq. Agricoltura e sfruttamento dei pozzi petroliferi, di cui è ricca la regione circostante, sono la principale ricchezza.
Migliaia di civili
stanno fuggendo da Mosul per mettersi al
riparo dai combattimenti. Fonti locali precisando che
migliaia di famiglie sono state viste dirigersi verso Bashiqa,
17 chilometri a nord-est della città. Altre migliaia si sono invece
dirette verso villaggi vicini o nella regione autonoma del
Kurdistan, e alcune anche verso Baghdad. Fuggono in auto o a piedi, portando con sé i propri averi.
Non solo: sull'altro lato del
confine, in
Siria, il Paese da tre anni sconvolto da una guerra
civile di cui non si vede la fine, i combattenti di Isil, una
delle forze ribelli che stano cercando di cacciare il
presidente Bashar al-Assad, hanno preso il controllo delle
fasce di territorio orientale, proprio al confine con l'Iraq.
Il gruppo jihadista sta cercando di istituire uno Stato
islamico collegando il territorio a cavallo tra la Siria
orientale e l'Iraq occidentale. Il presidente del parlamento iracheno, Osama al Najafi, ha
chiesto aiuto al governo della regione autonoma del
Kurdistan
iracheno per la riconquista di Mosul.Decine di famiglie stanno lasciando anche la capitale
Baghdad per
fuggire verso le regioni meridionali dopo lo shock provocato
dall'offensiva delle milizie qaediste. Il portavoce delle forze
speciali irachene, Saad Maan, non ha escluso che i miliziani
islamici possano attaccare anche le sedi governative di
Baghdad; il funzionario della sicurezza irachena ha invece
assicurato che "al momento le ambasciate sono completamente al
sicuro e protette dalle nostre forze di polizia". Anche la zona
dell'aeroporto di Baghdad sembra essere sicura e non è stato
al momento istituito alcun coprifuoco.E non si ferma l'ondata di attentati che da settimane scuote l'Iraq. Almeno 20 persone sono state uccise martedì dall'esplosione di due ordigni che hanno colpito un
corteo funebre nella città di
Baquba.
Stavano trasportando il corpo di un insegnante ucciso la
sera prima verso il cimitero, quando due bombe sono esplose
uccidendo 20 persone e ferendone altre 28.
I militanti ribelli attaccano frequentemente luoghi
affollati come funerali, matrimoni, moschee, mercati, in modo
da massimizzare il numero delle vittime.