La Guida suprema iraniana Ali Khamenei - Ansa
A ruota libera. Per la prima volta dopo otto anni, la Guida suprema iraniana Ali Khamenei è tornata a tenere il sermone durante la preghiera islamica del venerdì a Teheran. Con il regime che deve affrontare una doppia sfida - quella interna con le proteste studentesche, quella internazionale con lo scontro sul nucleare -, Khamenei non poteva non pronunciare che parole di fuoco. Nessuna apertura, nessuna concessione in quello che è apparso essere un discorso tutto rivolto a compattare un Paese che appare in realtà meno monolitico di quanto il regime voglia far sapere. Il presidente americano Donald Trump? "Un clown". Il dialogo con l’Occidente? "Una farsa". I Paesi europei? "Solo dei tirapiedi degli Stati Uniti". Le proteste di piazza? "Solo un modo per far dimenticate la morte del generale Soleimani”.
No al dialogo
"Ho detto sin dall'inizio che non ho alcuna fiducia nel dialogo con l'Occidente sulle nostre attività nucleari e nei gentiluomini che siedono ai tavoli negoziali e vestono guanti di seta sulle loro mani di ferro. Sono al servizio degli Usa. Il dialogo con loro è un inganno".
Proteste manipolate
"Alcuni hanno cercato" di utilizzare l'episodio dell'abbattimento del Boeing ucraino in modo da far dimenticare il sacrificio del generale Qassem Soleimani, che è un grande martire. Il nemico è emerso in alcune persone che non si preoccupano della sicurezza nazionale del Paese, mettendo in ombra le misure prese dall'Iran contro gli Usa. Ma non avete ottenuto e non otterrete nulla, perché il sostegno del vero popolo è stato il carburante dei jet iraniani che hanno attaccato le basi Usa in Iraq.
Un pagliaccio
"Donald Trump è un clown che finge di sostenere il popolo iraniano, ma poi lo colpirà alle spalle con un pugnale velenoso. La rappresaglia dell'Iran per l'attacco Usa non è stata solo una mossa militare efficace, ma nei fatti è stata un colpo agli Stati Uniti come superpotenza. La resistenza nella regione aveva in precedenza inflitto colpi agli Stati Uniti in Siria, Iraq, Libano e Afghanistan, ma l'attacco alle basi Usa è stato più importante e irreparabile".
Contro Israele
"I nemici hanno collocato il tumore Israele nella regione dell'Asia occidentale, creando una minaccia permanente per i Paesi della regione".