venerdì 28 giugno 2024
Secondo lo studio di un esperto dell'Università di Kyoto, la popolazione si concentrerà in poche grandi città. La via d'uscita: favorire l'immigrazione
Un distretto finanziario nel centro di Tokyo

Un distretto finanziario nel centro di Tokyo - Reuters

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Se il fenomeno della bassa natalità continuerà anche nei prossimi anni, la popolazione del Giappone passerà dagli attuali 126 milioni a 35-40 milioni di abitanti e il Paese perderà 280 delle sue città entro il 2120. È quanto risulta da uno studio realizzato dal professor Tomoya Mori, specialista in Economia urbana dell'Università di Kyoto.

L'esperto ha illustrato alla stampa un nuovo modello statistico per prevedere il futuro delle città giapponesi che mette in luce il problema posto dall'esodo già esistente verso i grandi centri urbani ed è influenzato anche dal basso tasso di natalità nel Paese. Secondo le proiezioni, nel 2120 rimarrà appena un terzo (150) delle 431 attuali città. Gli abitanti diminuiranno del 70% e saranno fra i 35 e i 40 milioni, per il 90% concentrati nelle (poche) grandi città, una tendenza quest'ultima diffusa a livello globale. Solo Tokyo e Osaka, che vedranno ridursi il numero di abitanti e la densità di popolazione, ospiteranno tra il 60 e il 70% della popolazione totale.

La principale ragione di questo trasferimento verso le grandi città, secondo il professore, sarà l'aumento dei costi dei trasporti e degli spostamenti, che porterà a un aumento ancora maggiore dei prezzi. Quest'ultimo espone le cittadine minori al rischio di scomparire definitivamente.

Il basso tasso di natalità spiega il declino della popolazione. Il Giappone ha registrato un tasso di fertilità dell'1,2 nel 2023, l'ottavo anno consecutivo di riduzione. La tendenza, secondo lo studioso, può essere mitigata solo con l'arrivo di un maggior numero di migranti.

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