venerdì 20 maggio 2016
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Nairobi. «Chiudere il campo di rifugiati di Dadaab avrà senza alcun dubbio conseguenze non solo per centinaia di migliaia di rifugiati ma per l’intera regione ». A sottolinearlo sono i vescovi del Kenya in una dichiarazione, inviata all’Agenzia Fides, nella quale esprimono la loro profonda contrarietà all’annuncio del governo di Nairobi di chiudere il più grande campo per rifugiati del mondo. Dopo aver ricordato che «per anni il Kenya è stato in prima linea nel nobile sforzo umanitario di ospitare i rifugiati provenienti dai Paesi vicini ed oltre», i vescovi richiamano i principi della Costituzione del Kenya e gli obblighi internazionali, che obbligano «il governo a proteggere i rifugiati durante la loro permanenza in Kenya», proibendo «ogni forma di ritorno forzato», e mantenendo «il carattere civile e umanitario dei campi d’accoglienza». Se il governo ha motivato la decisione di chiudere i campi d’accoglienza per ragioni di sicurezza nazionale, i vescovi riconoscono «le preoccupazioni genuine del governo e apprezzano la determinazione di rafforzare la sicurezza, ma questo deve essere fatto per la cura e la protezione di tutti coloro che vivono all’interno dei confini del Kenya». Dopo aver riaffermato il loro impegno a collaborare per trovare «soluzioni sostenibili a lungo termine per i rifugiati», i vescovi concludono chiedendo al governo di riconsiderare la propria decisione.
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