sabato 9 novembre 2024
Nell'agenda della conferenza gli aiuti finanziari per i Paesi poveri, i piani nazionali di riduzione delle emissioni, i fondi per i danni climatici, le risorse per l'adattamento
Che cos'è la Cop e quali sono gli obiettivi della conferenza di Baku

Ansa

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La Cop è la “Conference Of the Parties”, ovvero la Conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfcc).

Dallo storico summit di Rio del 1992 durante il quale venne approvata la Convezione quadro sui cambiamenti climatici, ogni anno i 197 Paesi parte del trattato, più l'Unione europea, si incontrano per fare il punto sulla situazione e cercare di portare avanti politiche comuni per arginare il riscaldamento globale sempre più accelerato. Una conseguenza dell’inquinamento prodotto dall’attività umana, come gli scienziati ripetono da tempo e le stesse Nazioni Unite hanno certificato nell’ultimo rapporto dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc).

La Cop29 di Baku che si apre lunedì 11 novembre ha quattro obiettivi. Eccoli.

Aiuti finanziari

È l’obiettivo cruciale della Cop. I 197 Paesi più l’Ue sono chiamati a fissare una nuova cifra per i finanziamenti – New collective quantified goal (Ncqg) – da erogare ai Paesi poveri per far fronte al riscaldamento globale a partire dal 2026. In sostanza si devono aumentare i 100 miliardi aiuti decisi al vertice del 2009.

Piani nazionali

Entro febbraio 2025, i Paesi dovranno presentare i nuovi piani nazionali (National determined contributions o Ndc) con tagli consistenti alle emissioni per arrivare alla riduzione del 45% entro il 2030. La Cop29 è l’occasione per spingere i governi internazionali a aumentare l’ambizione.

Perdite e danni

A due anni dall’approvazione dello fondo che ripaghi le perdite e danni subiti inflitti dal clima ai Paesi poveri, sono stati mobilitati meno di 700 milioni di dollari. Una cifra drammaticamente inferiore rispetto ai 580 miliardi promessi per il 2030. Alla Conferenza di Baku, il Sud del mondo lancerà un nuovo appello a uno sforzo maggiore da parte degli Stati ricchi.

Adattamento

Solo un terzo dei 100 miliardi di dollari è stato destinato per aiutare i Paesi poveri ad adattarsi al un ambiente surriscaldato. Il resto è andato alla lotta alle emissioni, tema caro al Nord del mondo. Entro il 2030, secondo l’Onu, il divario tra finanziamenti e reali necessità raggiungerà quota 359 miliardi di dollari l’anno.

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