Massimo Dezzani - Avvenire
Le notizie sulla crisi degli oppioidi non dominano più i titoli dei giornali statunitensi come prima della pandemia. Ma il problema non fa che peggiorare. I decessi legati a potenti antidolorifici a base di oppio, soggetti a prescrizione medica, sono aumentati vertiginosamente negli ultimi anni, raddoppiando dal 2017, quando il dipartimento della Sanità statunitense ha dichiarato il problema una vera e propria emergenza sanitaria pubblica.
I primi calcoli relativi allo scorso anno stimano le morti a 106mila, probabilmente in difetto. Una media di 290 al giorno. Sono molteplici i fattori che hanno contribuito all’impennata. Uno sono i casi di malattia mentale che negli Stati Uniti hanno raggiunto un livello record dopo la pandemia. Questa vera e propria emergenza, combinata a una carenza cronica di psicologi e psichiatri a prezzi abbordabili (solo pochissimi sono disponibili gratuitamente attraverso gli ospedali per i pazienti meno abbienti) sta spingendo sempre più persone ad abusare di potenti medicinali, in primis il fentanyl, che spesso cominciano a usare con regolari ricette e poi si procurano sul mercato nero. Il secondo fattore, identificato negli ultimi anni, è la maggiore diffusione di combinazioni di più droghe illecite disponibili per strada. Anche una piccola quantità di queste sostanze combinate fra loro è letale per la maggior parte delle persone. Rapporti recenti hanno trovato la xilazina, un tranquillante utilizzato per sedare gli animali, nelle forniture di droghe da contrabbando. Sul mercato nero è presente in pastiglie note come “tranq dope”, il narcotico della tranquillità, ed ha raggiunto una penetrazione tale che il mese scorso la Casa Bianca ha pubblicato un piano nazionale per combatterla.
“Tranq dope” è una combinazione di fentanyl e xilazina, la cui aggiunta a un oppioide sembra prolungarne l’effetto. Tra gennaio 2019 e giugno 2022, la percentuale di decessi per overdose correlata a fentanyl in cui era presente xilazina è aumentata dal 3 per cento all’11 per cento. Il cocktail, comparso per la prima volta all'inizio degli anni 2000 a Porto Rico, è stato rilevato in quasi tutti gli Stati americani e, secondo la Drug enforcement administration (Dea), probabilmente viene mescolato «a livello di vendita al dettaglio», vale a dire per strada. La xilazina può essere acquistata per soli 6 dollari al chilo sui siti Web cinesi, e viene utilizzata dai trafficanti per aumentare i loro profitti “allungando” il più costoso fentanyl, fornito principalmente dai cartelli della droga messicani, che a loro volta, secondo la Dea, si procurano i precursori per fabbricarlo in gran parte dalla Cina. Di conseguenza, molti consumatori finali non possono sapere se stanno acquistando fentanyl puro o mescolato fino a quando non è troppo tardi. La Dea ha avvertito che in molte regioni, soprattutto del Nordest, quasi il 90 per cento del fentanyl da contrabbando ora contiene xilazina. Intanto il fentanyl a sua volta è sempre più utilizzato come riempitivo mortale per droghe da festa più costose, come la cocaina e l’ecstasy.
Per strada e su Internet aumentano le droghe che mescolano illegalmente varie sostanze, come la «tranq dope», che somma al fentanyl la xilazina per prolungarne l’effetto. Così cresce anche la letalità passata dal 3 all’11%. Washington accusa Pechino da dove arrivano i precursori per fabbricare gli stupefacenti sintetici
Le autorità americane prendono sul serio la sfida. A febbraio la Food and drug administration, l’Agenzia federale per la sicurezza del cibo e dei medicinali, ha iniziato a monitorare la xilazina importata e avrebbe confiscato le spedizioni sospette. L’Amministrazione Biden ha anche fissato l’obiettivo di ridurre le morti per “tranq dope” del 15 per cento entro il 2025, principalmente aumentando i test e adattando di conseguenza il trattamento. Tuttavia, la Dea sospetta che il tranquillante continuerà a diffondersi, una realtà che ha spinto le autorità sanitarie ad aumentare gli interventi.
La sanità pubblica ha lanciato tre programmi a livello nazionale. Uno cerca di aumentare il numero di persone che ricevono un trattamento da tossicodipendenza (avvicinandole per le strade o negli ospedali) e di trattenerle per periodi più lunghi. Il secondo vuole rendere più facile procurarsi il naloxone, il farmaco che può invertire gli effetti di un’overdose. Il terzo cerca di ridurre gli eccessi delle prescrizioni di oppioidi. Mancano però interventi per affrontare la crisi di salute mentale che spinge alla droga. Poi c’è la soluzione politica, che esplora accordi internazionali per fermare il traffico di sostanze illecite e letali. Qui le cose si fanno complicate. Secondo il segretario di Stato americano Antony Blinken, i responsabili dell’epidemia di oppioidi negli Stati Uniti sono «le imprese criminali transnazionali, molte con base in Cina», che devono essere combattute attraverso operazioni di contrasto a livello internazionale. Una versione che suscita l’ira di Pechino, Quest’ultima indica invece come colpevoli della crisi del fentanyl e della xilazina negli Stati Uniti «la domanda», principalmente «gli stessi consumatori». Blinken ha lanciato una coalizione guidata dagli Stati Uniti per affrontare le minacce delle droghe sintetiche, che si è riunita virtualmente la scorsa settimana. Ma la Cina ha rifiutato di partecipare.
La collaborazione fra i due Paesi sembra però fondamentale. Da quando le relazioni tra Washington e Pechino si sono inasprite, infatti, il bilancio delle vittime della droga ha continuato a salire. Il Messico rappresenta l’altro fronte della lotta al fentanyl. Proprio la scorsa settimana Stati Uniti, Canada e Messico hanno deciso di creare una task-force per contrastare il traffico di oppioidi. Ma per ora non è chiaro quali saranno i suoi poteri, a parte quello di condividere i dati tra le varie polizie.