venerdì 30 giugno 2017
L'attacco, di cui Washington ha accusato Damasco, causò la risposta missilistica americana. Nei giorni scorsi il nuovo "avvertimento" al regime di Bashar al-Assad
Il presidente siriano Bashar al-Assad in visita ad una base aerea russa nella provincia di Latakia (Ansa)

Il presidente siriano Bashar al-Assad in visita ad una base aerea russa nella provincia di Latakia (Ansa)

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Gli esperti dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) hanno confermato in un rapporto che fu usato gas sarin o di tipo sarin nell'attacco del 4 aprile scorso a Khan Sheikhoun, in Siria, che causò la morte di 90 persone e provocò la risposta americana con il lancio di missili Tomahawk contro la base dalla quale si presume fosse stato sferrato l’attacco chimico. In base al rapporto, frutto di una missione d'inchiesta, ora una commissione congiunta Onu-Opac stabilirà la responsabilità del raid, che Washington ha attribuito a Damasco.


Dopo la strage, gli Stati Uniti accusarono il leader siriano Bashar al Assad. La conclusione degli esperti è che gli effetti del bombardamento "possono essere determinati solo dall'uso del sarin come arma chimica". "Ora che conosciamo la verità innegabile, puntiamo a un'indagine indipendente per confermare esattamente chi è stato responsabile di questi attacchi brutali, in modo da poter dare giustizia alle vittime", ha dichiarato l'ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite Nikki Haley.
Non c'è "assolutamente nessun dubbio" che il governo di Bashar al-Assad sia dietro l'uso di armi chimiche in Siria il 4 aprile, ha sottolineato anche il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, intervistato da Sky News. "L'esatta responsabilità per l'uso di sarin sarà oggetto di un'indagine, ma non ho assolutamente nessun dubbio che il dito sia puntato contro il regime di Assad", ha aggiunto.


Il leader siriano Bashar al-Assad ha sempre negato ogni responsabilità, ma non è la prima volta che viene denunciato l'uso di agenti chimici in Siria. Nei giorni scorsi Washington ha accusato Assad di preparare un nuovo attacco chimico in Siria e ha messo in guardia Damasco: in caso di un altro attacco, il regime pagherebbe un caro prezzo. Sono passati più di cinque anni da quando, nell'agosto del 2012, l'ex presidente Usa Barack Obama indicò l'uso di armi chimiche come la "linea rossa" che Damasco non avrebbe dovuto superare.


La Russia, principale alleata del regime di Damasco, ha condannato l'avvertimento americano e sminuito le affermazioni della Casa Bianca come "inaccettabili". "Non sono a conoscenza di alcuna informazione su una minaccia che armi chimiche siano usate", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sottolineando che un'indagine indipendente non è stata condotta sui fatti di aprile nonostante la richiesta di Mosca e quindi che non esista prova della responsabilità di quell'azione. "Simili minacce alla leadership legittima della Siria sono inaccettabili", ha aggiunto Peskov.

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