lunedì 6 gennaio 2025
Si tratta di una cifra record da quando, nel 2008, l'Ihr ha cominciato a monitorare l'applicazione della pena capitale a Teheran
Uno degli ingressi del penitenziario di Evin alle porte di Teheran

Uno degli ingressi del penitenziario di Evin alle porte di Teheran - Ansa

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Sono almeno 31 le detenute nelle carceri iraniane impiccate nel 2024. A denunciarlo è l'organizzazione non governativa Iran Human Rights (Ihr), con sede a Oslo. Si tratta di una cifra record da quando, nel 2008, l'Ong ha cominciato a monitorare l'applicazione della pena capitale in Iran.
"L'esecuzione di donne in Iran rivela il carattere brutale e disumano della pena di morte, e dimostra fino a che punto la discriminazione e la disuguaglianza fra i sessi siano radicate nel sistema giudiziario", ha dichiarato il direttore dell'Ihr, Mahmoud Amiry-Moghaddam. Tra il 2010 e il 2024 sono state 241 le donne uccise, di cui 114 per omicidio, una buona parte nel famigerato carcere di Evin a Teheran.
Dietro le condanne per omicidio si nascondono spesso "violenze famigliari e abusi sessuali", ha spiegato Ihr citando il caso di Zahra Esmaili, costretta a un sposare un vicino, funzionario del ministero dell'Intelligence, che l'aveva violentata e messa incinta. Nel 2007, Esmaili aveva ucciso il marito violento con di lei e i suoi figli. La famiglia di lui aveva preteso la condanna a morte, nel 2011, e la madre aveva ottenuto di eseguire personalmente la pena.
Stessa sorte è toccata a Reyhaneh Jabbari, 26 anni, impiccata lo scorso ottobre con l'accusa di avere ucciso un ax agente dei servizi che aveva tentato di violentarla nel 2007, quando aveva solo 19 anni. Lei aveva negato di avere assassinato il suo aggressore; il suo calvario giudiziario era stato raccontato nel documentario "Sette inverni a Teheran" presentato nel 2023 al festival del cinema di Berlino, ma il clamore mediatico non e' bastato a salvarle la vita.

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