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Le operazioni di soccorso nel fiume Potomac - ANSA
Le speranze si sono sbriciolate rapidamente, annegate nel nero delle acque gelide nel fiume Potomac. La fiammella, quella che accarezzava il sogno, apparso subito impossibile, di trovare delle persone ancora vive, si è spenta. Nessun sopravvissuto.
La «notte nera», come la ha definita il presidente americano Donald Trump, non ha restituito in vita nessuno dei passeggeri del volo dell'American Airlines 5342, con 64 persone a bordo scontratosi con un elicottero Black Hawk dell'esercito, che risultava impegnato in un volo di addestramento e sul quale viaggiavano tre soldati. «Non siamo riusciti a salvare nessuno», ha ammesso Jack Potter della Metropolitan Washington Airports Authority, nonostante i trecento soccorritori mobilitati. «La serata era limpida e non c’era nulla di inusuale nella traiettoria seguita dall’aereo e dall’elicottero», ha puntualizzato il segretario ai Trasporti Sean Duffy.
Ma «la palla di fuoco» in cui si trasformato l’aereo dopo l’impatto, e i corpi recuperati dalla acque del fiume che scorre non lontano dall’aeroporto Reagan, il più piccolo di Washington, testimoniano che «l’inusuale» si è manifestato in tutta la sua drammaticità, inabissando la vita di 67 persone. Spetterà ora alle indagine chiarire le cause di un disastro «che poteva essere evitato» e che ha agghiacciato la comunità del Kansas: l'aereo trasportava un gruppo di 14 pattinatori su ghiaccio, familiari e allenatori di ritorno dopo i campionati di pattinaggio a Wichita. Tra le vittime ci sono anche gli ex campioni mondiali di pattinaggio russi Evgenia Shishkova e Vadim Naumov. «È davvero dura quando perdi più di 60 cittadini del Kansas contemporaneamente», sono le parole del senatore del Kansas, Roger Marshall.
A bordo doveva esserci anche Jon Maravilla. Il giovane pattinatore è stato respinto all'imbarco del volo perché viaggiava “accompagnato” dal suo cane, troppo ingombrante per stare accanto a lui nella cabina dell'aereo. L’animale avrebbe dovuto viaggiare nella stiva, cosa intollerabile per Jon. Il giovane atleta ha così rinunciato al viaggio, preferendo tornare a casa in automobile. E così si è salvato. «Non so perché il destino ha voluto che non prendessi quell’aereo – ha raccontato incredulo – ma so che non darò mai più nulla per scontato. E che terrò il mio cane accanto a me, sempre».
La collisione tra il volo American Eagle 5342, operato da Psa Airlines con un jet Bombardier Crj-700 per conto di American Airlines e l’elicottero militare è avvenuta verso le 21 mentre l'aereo passeggeri era in avvicinamento per atterrare all’aeroporto Reagan. Le comunicazioni radio tra la torre di controllo del traffico aereo e il Black Hawk hanno mostrato che l'equipaggio dell'elicottero sapeva che l'aereo si trovava nelle vicinanze. Il capo dei vigili del fuoco di Washington DC John Donnelly ha fatto sapere che almeno 300 soccorritori sono stati schierati nell’operazione di salvataggio definita come «altamente complessa». «Le condizioni là fuori sono estremamente difficili per i soccorritori – ha affermato Donnelly –. Fa freddo. Stanno affrontando condizioni ventose».
Per il Fbi non ci sarebbero indizi che possano ricondurre a gesti criminali o ipotesi terroristiche.