Il presidente sudcoreano Moon Jae-in stringe la mano alla sorella minore del leader nordcoreano Kim Yo Jong (Ansa)
La speranza è che quelli che si aprono oggi a PyoengChang siano davvero i Giochi della riconciliazione tra le due Coree. Una speranza troppo ardita? Per ora ci sono (esili) segni: bisognerà vedere se resisteranno alla spregiudicata partita politica che si sta giocando in questo lembo di Asia e agli ondivaghi umori degli attori in campo, a cominciare dal presidente nord coreano Kim Jong-un. Gli auspici, dunque.
Il padrone di casa, il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha accolto il capo della delegazione nordcoreana Kim Yong-nam, Capo dello Stato de facto, il più alto funzionario di Pyongyang mai in visita al Sud. Il breve incontro, con stretta di mano e foto come parte del protocollo, è avvenuto a Yongpyeong, città vicina a PyeongChang. Ai Giochi presenzierà anche Kim Yo-jong, sorella più giovane del leader della Corea del Nord, che ha stretto la mano a Moon, segno anche questo di speranza.
Non era iniziata benissimo. Alla vigila dei Giochi invernali, Pyongyang ha pensato bene di esibire i muscoli, con tanto di parata militare per le strade della capitale. Che il vicepresidente americano Mike Pence - che ha disertato cena con Kim Yong-nam - ha subito bocciato come «un'altra delle tante provocazioni della Corea del Nord» e come «una minaccia al mondo». Contro la quale gli alleati Usa continuano ad attrezzarsi. L'aeronautica giapponese ha schierato il primo caccia Stealth F-35A nella base aerea di Misawa, nella prefettura di Aomori a nord dell'arcipelago, per rispondere a eventuali incursioni nemiche e aumentare la sorveglianza sulle attività della Corea del Nord. Le Forze di autodifesa aerea nipponiche riceveranno altri nove caccia di nuova generazione dagli Stati Uniti nel prossimo anno fiscale, per completare una pattuglia iniziale di 10 aerei da combattimento. «Lo schieramento degli aerei da caccia come l'F-35A diventa vitale per la sicurezza del Giappone in un momento in cui i paesi vicini hanno aggiornato le loro capacità aeree nel corso degli ultimi anni», ha spiegato il ministro della Difesa Itsunori Onodera. Costruito dalla Lockheed Martin e lungo quasi 16 metri, l'F-35A - invisibile ai radar - è considerato l'erede del caccia F-4 e il Giappone punta ad acquistarne un totale di 42. Per il prossimo anno fiscale il governo di Tokyo ha già stanziato i fondi nel budget della Difesa per l'acquisto dei missili a lunga gittata Jsm, di cui saranno dotati gli F-35A.
Torniamo ai Giochi. Lo slogan evocativo della cerimonia, che si tiene in uno stadio senza copertura e che verrà smontato al termine delle gare e al gelo (la temperatura è scesa fino a meno 15 gradi) è Peace in motion. La sfilata, iniziata alle 20 locali (le 12 in Italia) diretta da Yang Jung- ung, appassionato di Shakespeare, si muove sul tema dell'avventura di cinque bambini che rappresentano i cinque anelli olimpici e i cinque elementi dell'universo (fuoco, acqua, legno, metallo e terra). Tutto sarà in chiave k-pop, musica popolare coreana: al centro dello stadio si esibiranno 371 suonatori e danzatori Janggo con tamburi che si rifanno alla tradizione contadina di festeggiare il raccolto. Seguiranno lo spettacolo di luci Led, a sottolineare la quarta rivoluzione industriale del paese, soprattutto quella tecnologica, e l'esibizione della 'Diva Scalza', Lee Eun- mi, cantante senza scarpe e di Ahn Ji- young del gruppo Bolbbalgan4. Poi la sfilata delle 92 delegazioni: l'Italia entrerà nello stadio per 59esima, con Arianna Fontana nelle vesti di portabandiera, con il compito di guidare la delegazione di 121 atleti azzurri.
Dopo la sfilata sarà la volta del giuramento solenne degli atleti e la sempre spettacolare accensione del braciere, il simbolo delle Olimpiadi, quest'anno a forma di luna e ispirato al vaso di porcellana bianco della dinastia Joseon. Il tutto preceduto da un incidente diplomatico, quella che è stata ribattezzata come la saga degli smartphone olimpici. Gli atleti nordcoreani che hanno rifiutato di accettare i cellulari offerti dal Cio a condizione che li restituissero dopo i Giochi.