lunedì 2 dicembre 2019
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres ha aperto i lavori: "Il mondo scelga tra la speranza e la capitolazione"
Cop25, parte la sfida del clima. Ultima chiamata per il mondo
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Si sono aperti a Madrid i lavori della Cop25, il vertice delle Nazioni Unite sul clima che riunirà nella capitale spagnola i negoziatori di quasi 200 Paesi. “L'umanità deve scegliere tra la speranza di un mondo migliore agendo o la capitolazione”: lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres inaugurando la sessione.

Sul tavolo le misure da adottare per raggiungere l'obiettivo concordato con l'Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale. La due settimane di conferenze si aprirà con il passaggio di consegne alla presidenza a Carolina Schmidt, ministro dell'Ambiente del Cile, paese in cui originariamente si sarebbero dovuti tenere i lavori. Schmidt ha definito il vertice che si apre oggi "la Cop della messa in atto", alludendo all'attuazione delle decisioni prese a Parigi.

In un paio di settimane, fino al 13 dicembre, gli sherpa prima e i ministri dell'Ambiente dei 196 Paesi partecipanti (197 con l'Ue) poi, devono affrontare diverse questioni chiave, prima fra tutte alzare gli sforzi per ridurre i gas a effetto serra all'origine del riscaldamento globale e di fenomeni climatici estremi. Gli sforzi della comunità mondiale per fermare il cambiamento climatico sono stati finora "assolutamente inadeguati" e c'è il rischio che il riscaldamento globale possa passare il "punto di non ritorno" ha detto il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, alla vigilia dell'apertura.

La "Conferenza delle parti" (Cop) si svolge sotto la presidenza del governo del Cile (che ha dovuto rinunciare ad ospitare l'evento per via dei disordini interni), presidente sarà il ministro dell'Ambiente del Cile Carolina Schmidt Zaldivar, e avrà il supporto logistico del governo spagnolo. Il trasferimento è stato finanziato da nove Paesi più l'Ue.

Ad aprire i lavori, Guterrez e la segretaria esecutiva della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), Patricia Espinosa. Tra i leader confermati il primo ministro spagnolo Sanchez, quello francese Philippe, la cancelliera tedesca Merkel, il presidente della Cop26 che si terrà a Glasgow nel 2020 ÒNeill e una serie di democratici americani. Debutterà la nuova presidente della Commissione Ue. Attesa Greta Thunbrg, l'icona del movimento giovanile per il clima.

All'interno dei negoziati, i Paesi stanno - tra l'altro - tentando di fissare le regole sui "Mercati del carbonio", giungere ad un accordo su come aiutare i paesi vulnerabili a far fronte agli impatti climatici a cui non possono adattarsi ("Perdite e danni") e decidere come utilizzare le raccomandazioni degli scienziati. L'auspicio è un impegno più ambizioso da parte dei Paesi che hanno sottoscritto l'Accordo di Parigi nel 2015 (Trump ha avviato la procedura di revoca) nei nuovi piani per il clima che dovranno essere presentati nel 2020. Questi piani - noti come Contributi determinati a livello nazionale (Ndc) nel gergo delle Nazioni Unite - devono essere aumentati di almeno cinque volte, secondo gli scienziati dell'Agenzia ambientale dell'Onu (Unep), per raggiungere a fine 2100 l'obiettivo di aumento medio della temperatura globale di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali. Ci si aspetta che Guterres ribadirà le quattro richieste principali avanzate in vista del Summit di settembre sul clima a New York: nessuna nuova centrale a carbone dal 2020, abbandonare i sussidi per i combustibili fossili, presentare piani climatici più ambiziosi nel 2020, lavorare sui piani per raggiungere emissioni zero di carbonio entro il 2050. Espinosa ha già dichiarato che "quest'anno abbiamo visto accelerare gli impatti dei cambiamenti climatici, tra cui l'aumento della siccità, delle tempeste e delle ondate di calore, con conseguenze disastrose per l'eliminazione della povertà, la salute umana, la migrazione e la disuguaglianza". Ha poi riconosciuto "alcuni progressi nel finanziamento ai paesi in via di sviluppo in relazione al clima, continueremo a sollecitare le nazioni sviluppate a rispettare l'impegno di versare 100 miliardi di dollari ogni anno entro il 2020"; anche i contributi di "regioni, città, imprese e investitori sono fondamentali per guidare la trasformazione di cui abbiamo bisogno" ha concluso.


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