Chiuso il Congresso nazionale del popolo. Nel segno di Xi

Uno dei passaggi più significativi è stata la revisione della Legge sul Consiglio di Stato che amplifica il controllo del Partito. "Il presidente è il decisore chiave in tutti i settori politici”
March 10, 2024
Chiuso il Congresso nazionale del popolo. Nel segno di Xi
ANSA | Si sono chiusi a Pechino i lavori del Congresso nazionale del popolo
La ritualità, maestosa e certosina allo stesso tempo, è stata rispettata. Cosi come la vocazione coreografica. Cala il sipario sul Congresso nazionale del popolo, il più importante appuntamento annuale pubblico della (misteriosa e per molti sempre più opaca) macchina politica cinese. E cala, accompagnato da una sfilza di provvedimenti votati all’unanimità. Una ratifica, l’ennesima, della presa sempre più stretta del presidente Xi Jinping sull’intero assetto istituzionale cinese. Come scrive la Cnn, mentre la Cina è alle prese con un’economia in difficoltà e una guerra tecnologica sempre più aspra con gli Stati Uniti, "i suoi leader hanno lanciato un messaggio alle migliaia di delegati riuniti a Pechino: il Paese manterrà la rotta per diventare una potenza high-tech sotto il timone di un solo uomo – il leader supremo Xi Jinping". Persino la cancellazione della consueta conferenza stampa del premier – appuntamento che si rinnovava da 30 anni e che costituiva l’unica occasione in cui i giornalisti potevano interrogare direttamente un massimo leader cinese - viene vista, dagli analisti, come un doppio segnale: sminuisce di fatto il profilo del premier Li Qiang e ritualizza la volontà di non lasciare spazio a nessuno che possa mettere in ombra Xi.
Il presidente cinese Xi Jinping - ANSA
Il presidente cinese Xi Jinping - ANSA
Una sessione in tono ridotto? "In effetti - dice ad Avvenire Lawrence C. Reardon, sinologo dell’Università del New Hampshire - non c'è stato nessuno annuncio importante. Xi ha miniaturizzato il ruolo del Consiglio di Stato e dei ministeri e ha rafforzato invece il ruolo politico del partito e dei Leading Small Group, l’organismo del Partito comunista incaricato di prendere decisioni su importanti questioni funzionali. Mentre i Leading Small Group esistono fin dall’era maoista, il presidente ha posto maggiore enfasi sulla loro capacità di essere trasversali alle varie burocrazie e di rompere così la mentalità burocratica tradizionale. Ancora più importante, Xi ha reso queste organizzazioni più pubbliche dal 2013, il che dimostra che il presidente e il Partito comunista cinese hanno concentrato un potere globale sul partito-Stato. Non sorprende, in questa ottica, che l'attuale premier abbia rotto la tradizione stabilita dal premier Li Peng di tenere una conferenza stampa al termine dell'incontro delle “Due Sessioni”.
Come scrive l’Associated Press “le conferenze stampa annuali si tenevano quasi tutti gli anni a partire dal 1988, e la decisione di eliminare l’evento sottolinea lo status relativamente debole di Li Qiang. I precedenti premier hanno svolto un ruolo molto più importante nella elaborazione delle linee guida di politica economica come la modernizzazione delle imprese statali, la gestione delle crisi e le riforme abitative che hanno trasformato la Cina in una nazione di proprietari di case”.
“Il Partito Comunista ha sempre dettato legge, ma i leader del partito che gestivano il Consiglio di Stato avevano mano molto più libera nella definizione della politica economica”, ha commentato Neil Thomas, dell’Asia Society Policy Institute. “Xi ha avuto un successo sorprendente nel consolidare la sua presa personale sul partito, cosa che gli ha permesso di diventare il decisore chiave in tutti i settori politici”.
“L'abbassamento dei riflettori sul premier, insieme a un congresso più breve quest'anno, sono tutti segnali di un cambiamento strutturale in atto all'interno del Partito comunista cinese, dove il presidente Xi Jinping sta accumulando sempre più potere a scapito di altri individui e istituzioni”, ha spiegato a sua volta Alfred Wu, docente della National University of Singapore.
Non a caso uno dei passaggi più significativi delle cosiddette “Due sessioni”, è stata la revisione della Legge sul Consiglio di Stato, il primo "ritocco" da quando è stata adottata nel 1982. Al Consiglio di Stato toccherà, come recita il provvedimento, “sostenere la leadership del Partito comunista cinese”. La legge - approvata con 2.883 voti favorevoli, otto voti contrari e nove astensioni - di fatto garantisce al Partito un maggiore controllo sul gabinetto cinese.
Un militare cinese davanti alla Grande sala del popolo a Pechino - ANSA
Un militare cinese davanti alla Grande sala del popolo a Pechino - ANSA
Uno dei temi forti è stata la spinta a focalizzare il modello economico cinese sull’innovazione tecnologica e a trasformare il Paese in una potenza high-tech. Lo stesso premier Li ha chiesto di rafforzare “l’autosufficienza e la forza nella scienza e nella tecnologia”. previsto un aumento del 10% del bilancio annuale cinese per la scienza e la tecnologia, raggiungendo la cifra senza precedenti di 370,8 miliardi di yuan (51,6 miliardi di dollari). Scontato anche il sì alle linee guida economiche per il 2024. Martedì è stato presentato al Congresso dal premier Li Qiang il “rapporto di lavoro del governo”, in cui sono illustrati gli obiettivi economici per l'anno in corso. Li ha annunciato una crescita del Pil di "circa il 5%", che "non sarà facile" da raggiungere dati i venti contrari che soffiano sull'economia alle prese con la crisi immobiliare, i consumi stagnanti, la deflazione e la disoccupazione giovanile. Le attese degli analisti erano di maggiori stimoli, ma Pechino ha indicato che è improbabile il ricorso a grandi iniezioni di capitali, fissando un target di deficit/Pil al 3%, meno del 3,8% finale del 2023, combinata all'ambiziosa stima di un'inflazione a "circa il 3%".
Diversi ministri hanno chiesto durante il fine settimana di fare di più per rilanciare l'occupazione e stabilizzare il mercato immobiliare. "La pressione complessiva sull'occupazione non è diminuita e ci sono ancora contraddizioni strutturali da risolvere", ha detto Wang Xiaoping, ministro delle Risorse umane e della previdenza sociale, in una conferenza stampa, "una parte dei lavoratori si trova ad affrontare sfide e problemi e sono necessari ulteriori sforzi per stabilizzare l'occupazione". Il ministro dell'edilizia abitativa, Ni Hong, ha ammesso che la stabilizzazione del mercato immobiliare resta un compito "ancora molto difficile".

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