giovedì 26 maggio 2022
Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio. Il massacro di ieri segue altri due attacchi, sempre nel mese di maggio e tutti e due di matrice islamista
Militari del Burkina Faso in una foto d'agenzia

Militari del Burkina Faso in una foto d'agenzia - Ansa

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Ancora sangue in Burkina Faso. Circa 50 civili sono stati uccisi ieri in un attacco sferrato da sospetti jihadisti nella parte orientale del Paese. Il governatore della regione in cui si è verificato il blitz, colonnello Hubert Yameogo, conferma la brutalità in cui la violenza su donne e uomini inermi diventa strumento per imporre un regime di terrore e lucrare qualche palmo di dominio in una zona martoriata dalla guerra. "Gli abitanti di Madjoari (comune oggetto di blocco da parte degli islamisti) provavano a lasciare la località ma sono stati presi di mira da individui armati non identificati", ha affermato Yameogo in un comunicato stampa.

Le autorità stanno ancora contando i corpi, ma temono che il bilancio possa essere più grave e che questo attacco non sia l'ultimo. Militanti di Al Qaeda e dello Stato islamico hanno invaso diverse zone del Burkina Faso negli ultimi tempi: queste incursioni fanno parte di una strategia più ampia volta a una insurrezione generalizzata nella regione semiarida del Sahel occidentale.

Il massacro di ieri segue infatti altri due attacchi, tutti e due di questo mese: uno in cui sono morti 17 civili, l'altro in cui hanno perso la vita 11 militari. L'ordine pubblico nel Paese è a rischio così come la tenuta delle istituzioni politiche: basti pensare che nel gennaio di quest'anno ufficiali dell'esercito hanno rovesciato il presidente del Burkina Faso Kaboré lamentando l'aggravarsi della violenza islamista. Alcune organizzazioni umanitarie riferiscono che la crescente militarizzazione del Paese rischia ulteriormente di inasprire la già precaria condizione dei diritti umani nel Paese.






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