sabato 2 dicembre 2017
Oltre 50 organizzazioni si riuniscono in assemblea a Bogotà per elaborare strategie di resistenza civile e costruire alternative al crimine organizzato
I partecipanti all'assemblea costitutiva del 2015

I partecipanti all'assemblea costitutiva del 2015

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L’ultima guerra civile – ufficiale – in corso è finita il primo dicembre di un anno fa. Il 2 dicembre 2016, in Colombia, è entrato in vigore l’accordo tra il governo e le Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia (Farc) che ha chiuso 52 anni di conflitto. Terminata la stagione delle guerriglie politiche e delle brutali dittature militari, però, l’America Latina non conosce pace. La porzione di spazio tra il Rio Bravo e la Terra del Fuoco è la più violenta al mondo: là si verifica il 33 per cento degli omicidi del pianeta. Ogni anno, la violenza brucia l’equivalente del 3,5 del Pil totale. Denaro che potrebbe essere investito per colmare l’atroce diseguaglianza, tuttora la più alta al mondo. Le cifre, in alcuni Stati, sono da bollettino di guerra. E, in effetti, di guerre si tratta, seppure anomale. Que pasa, che cosa accade in America Latina?

Mafie e resistenza

Il Continente è ostaggio di potenti mafie globale che hanno approfittato della fragilità delle istituzioni, dopo decenni di regimi, per mettere radici. E crescere, forti dell’abbondanza di “risorse” da impiegare nel mercato criminale trasnazionale, prime fra tutte le droghe. Dall’Honduras al Messico, dal Venezuela al Brasile, tanti e diversi sono gli attori illeciti che tengono sotto scacco governi e società. I popoli latinoamericani, però, non si arrendono alla violenza. Consapevoli che un crimine globale richiede una risposta globale, sotto il coordinamento di Libera Internazionale, oltre 50 tra organizzazioni, associazioni e movimenti di undici nazioni si sono unite nella Rete Alas-Alternativa global. Per condividere esperienze, organizzare progetti comuni, unire le loro voci contro le mafie che strangolano il Continente.

Da Città del Messico a Bogotà

Dopo la riunione costitutiva a Città del Messico, nel maggio 2015, la Rete si incontrerà di nuovo a Bogotà dall’11 al 18 dicembre per fare il punto sul percorso fatto. E proseguire il cammino da “seminatori di cambiamento”, come ha esortato papa Francesco nel secondo incontro con i Movimenti popolari. La scelta del luogo – la Colombia - è di per se un messaggio. Il Paese sta affrontando la sua prova più dura: trasformare la pace di inchiostro in vita quotidiana. “Hasta la paz” (Fino alla pace) è lo slogan della seconda assemblea di Alas. Un invito per la Colombia del post conflitto come per l’America Latina delle guerre anomale e invisibili

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