Il suo regno è stato caratterizzato dallo scontro con le ambizioni regionali dell'Iran, sciita. Uno scontro che si è spostato in vari paesi e da ultimo ha avuto il suo culmine nel conflitto siriano. Fu anche duro nella repressione del dissenso nel momento del sorgere delle primavere arabe, spezzando sul nascere le dimostrazioni da parte della minoranza sciita. Re Abdullah passerà alla storia come il sovrano che in patria ha promosso i valori ultraconservatori dell'Islam, ma che all'estero ha lanciato numerose iniziative per il dialogo interreligioso. Figlio - assieme a 36 fratellastri - del fondatore dell'Arabia Saudita Abdul Aziz bin Saud, Abdullah era re dal 3 agosto 2005, dopo la morte di Fahd. Già dieci anni prima, nel 1995, aveva di fatto assunto la carica di reggente. La sua ascesa ai vertici del potere è stata anche attribuita al fatto che Abdullah non avesse fratelli ma solo fratellastri. Se questo gli ha impedito di costruire attorno a sé una naturale base di potere, gli ha però fornito un maggior margine di manovra nelle lotte intestine alla famiglia reale.Senza mai tradire l'alleanza con gli Stati Uniti, in più di un'occasione re Abdullah ha però preso le distanze da Washington. Nel 1998 respinse la richiesta americana di usare le basi militari saudite per lanciare i raid contro l'Iraq. Mentre nel 2002 lanciò al vertice arabo di Beirut l'iniziativa di pace saudita per il Medio Oriente, che prevedeva il riconoscimento arabo dello Stato ebraico in cambio della creazione di uno Stato palestinese formato dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania con Gerusalemme est capitale.Il sovrano, che lascia le quattro mogli da cui avuto sette figli maschi e 15 femmine, è stato anche il primo re saudita a visitare il Papa durante lo storico incontro a Roma nel novembre 2007 con il pontefice Benedetto XVI. L'ultimo periodo della sua vita è stato costellato da malattie e ricoveri, in patria e all'estero.
Il successore di re Abdullah è ll fratellastro di 80 anni. È considerato un conservatore, ma anche un mediatore. I temi caldi: petrolio, Iran, Is, Yemen.
Il suo regno è stato caratterizzato dallo scontro con le ambizioni regionali dell'Iran, sciita. Uno scontro che si è spostato in vari paesi e da ultimo ha avuto il suo culmine nel conflitto siriano. Fu anche duro nella repressione del dissenso nel momento del sorgere delle primavere arabe, spezzando sul nascere le dimostrazioni da parte della minoranza sciita. Re Abdullah passerà alla storia come il sovrano che in patria ha promosso i valori ultraconservatori dell'Islam, ma che all'estero ha lanciato numerose iniziative per il dialogo interreligioso. Figlio - assieme a 36 fratellastri - del fondatore dell'Arabia Saudita Abdul Aziz bin Saud, Abdullah era re dal 3 agosto 2005, dopo la morte di Fahd. Già dieci anni prima, nel 1995, aveva di fatto assunto la carica di reggente. La sua ascesa ai vertici del potere è stata anche attribuita al fatto che Abdullah non avesse fratelli ma solo fratellastri. Se questo gli ha impedito di costruire attorno a sé una naturale base di potere, gli ha però fornito un maggior margine di manovra nelle lotte intestine alla famiglia reale.Senza mai tradire l'alleanza con gli Stati Uniti, in più di un'occasione re Abdullah ha però preso le distanze da Washington. Nel 1998 respinse la richiesta americana di usare le basi militari saudite per lanciare i raid contro l'Iraq. Mentre nel 2002 lanciò al vertice arabo di Beirut l'iniziativa di pace saudita per il Medio Oriente, che prevedeva il riconoscimento arabo dello Stato ebraico in cambio della creazione di uno Stato palestinese formato dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania con Gerusalemme est capitale.Il sovrano, che lascia le quattro mogli da cui avuto sette figli maschi e 15 femmine, è stato anche il primo re saudita a visitare il Papa durante lo storico incontro a Roma nel novembre 2007 con il pontefice Benedetto XVI. L'ultimo periodo della sua vita è stato costellato da malattie e ricoveri, in patria e all'estero.
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