
Trump e Zelensky alla Casa Bianca: oggi tra i due una telefonata di un'ora - Ansa
La tregua in Ucraina, se c’è, non si vede ancora. Due ore e mezza di colloquio telefonico Putin-Trump martedì hanno lasciato interpretazioni differenti sulla trattativa appena aperta, ma per ora nessun cambiamento sul terreno. Tuttavia il negoziato tra Stati Uniti e Russia – questo è il vero risultato politico del “disgelo telefonico” – riprenderà domenica a Gedda. E un incontro tra Putin e Trump, ancora senza una data, avverrà in Arabia Saudita fa sapere il Cremlino. La trattativa dunque si allarga. Un’«ottima telefonata» per Donald Trump quella con Volodymyr Zelensky, durata un’ora e servita per «allineare sia la Russia sia l’Ucraina in termini di richieste e di esigenze». Trump ha promesso a Zelesky di riportare a casa i bambini ucraini rapiti (anche se ha messo fine al programma dell’Humanitarian Reserch Lab della Yale University che traccia le deportazioni di massa de bambini ) e ha ventilato la possibilità di prendere il controllo delle centrali elettriche ucraine. Inoltre Trump ha promesso a Zelensky di aiutarlo a reperire sistemi di difesa Patriot dai Paesi europei. «Continuiamo a lavorare per un cessate il fuoco incondizionato» che «sotto la guida americana crediamo si possa raggiungere entro quest’anno» ha dichiarato il presidente ucraino. Zelensky ha accettato «la fine degli attacchi all’energia e ad altre infrastrutture civili» come «uno dei primi passi verso la fine completa della guerra». I suoi delegati sono pronti a incontrare di nuovo in Arabia Saudita quelli statunitensi. Per gli Stati Uniti saranno presenti il segretario di Stato Marco Rubio e il Consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz mentre non si conosce ancora la delegazione russa.
Finita l’euforia per il “disgelo telefonico”, emerge passo passo la complessità del negoziato. Un importante segnale, l’unico concreto, è stato lo scambio di 175 prigionieri di guerra russi in cambio di 175 ucraini. E «come gesto di buona volontà» la Difesa di Mosca ha annunciato il rilascio di altri 22 ucraini «gravemente feriti», per un totale di 372 persone. «Un risultato che porta speranza» ha commentato Zelensky ringraziando gli Emirati Arabi Uniti. Tuttavia la pausa di 30 giorni negli attacchi alle infrastrutture energetiche su entrambi i fronti è stata subito violata. O meglio, non è mai entrata in vigore. L’altra notte, riferisce la Difesa ucraina, la Russia ha lanciato sei missili e 145 droni da combattimento contro l'Ucraina: una vittima accertata nella regione di Sumy e due ospedali danneggiati. La difesa aerea ha abbattuto 72 dei 145 droni che hanno colpito il sistema elettrico che alimenta le ferrovie nella regione ucraina di Dnipropetrovsk nel centro del Paese: parti della ferrovia sono rimaste senza elettricità, ma il traffico non è stato interrotto.
Violazioni del tutto simili a quelle che denuncia la Difesa di Mosca: gli ucraini hanno attaccato con tre droni un impianto di trasbordo di petrolio nella regione di Krasnodar che garantisce il trasbordo del petrolio dai serbatoi ferroviari al sistema di condotte della compagnia internazionale di trasporto petrolifero Caspian Pipeline Consortium (Cpc). Questo mentre, sempre subito dopo la telefonata tra la Casa Bianca e il Cremlino, le truppe russe hanno respinto cinque tentativi delle forze armate ucraine di invadere la regione di Belgorod: impiegati, secondo la Russia, 200 militari ucraini, cinque carri armati e 16 veicoli corazzati. La tregua di 30 giorni per le infrastrutture energetiche non sarebbe stata sospesa, ma «non c’è reciprocità» da parte di Kiev ha accusato il Cremlino. Il primo nodo da sciogliere, fondamentale per le ricadute su tutto il resto del negoziato e anche per le scelte politiche dei Paesi europei, è quello degli aiuti militari a Kiev. Il Cremlino ha insistito ieri che Vladimir Putin e Donald Trump, nella loro telefonata, abbiano effettivamente discusso della cessazione completa degli aiuti militari occidentali all'Ucraina: «La questione delle forniture continue di equipaggiamento militare è molto importante e infatti è stata discussa ieri», ha precisato Dmitrij Peskov. Un tema, ha aggiunto il portavoce del Cremlino, «in cima all’agenda» ma essendo un «argomento piuttosto delicato» per ora trattato con riserbo.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, interpellato da Fox News, ha smentito le dichiarazioni del Cremlino: «Non abbiamo parlato di aiuti. Abbiamo parlato di molte cose, ma non di aiuti». Nessun accenno per il Cremlino nella telefonata a un eventuale contingente di “peacekeeper“ in Ucraina, né di un coinvolgimento dell'Ue o di singoli Paesi europei nei negoziati di pace. La matassa è ancora tutta da dipanare.