lunedì 24 marzo 2025
I colloqui all'hotel Ritz Carlton seguono l'incontro di ieri tra funzionari americani e ucraini. Trump: «Putin non è cattivo»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump - Ansa

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A porte chiuse, ma la trattativa al Ritz-Carlton Hotel di Riad tra russi e statunitensi sulla guerra in Ucraina – dopo il faccia a faccia tra Marco Rubio e Sergeij Lavrov il 18 febbraio e le due telefonate tra Casa Bianca e Cremlino – è ricominciata. Per ora a delegazioni separate, con gli inviati di Kiev che domenica hanno incontrato quelli di Washington che oggi hanno “fatto la spola” con quelli di Mosca.

Dodici ore di confronto per «negoziati» che secondo il delegato russo Grigory Karasin «stanno procedendo in modo creativo». Il consigliere dei servizi di sicurezza russi, presente al tavolo, smorza gli entusiasmi della vigilia: «Non tutti i negoziati necessariamente producono importanti documenti e accordi» ha avvertito Karasin. Nessun accenno alla scadenza del 20 aprile – Pasqua cattolica e ortodossa – come termine per la sigla di un cessate il fuoco generale, ma il negoziato in tutta la sua complessità, va avanti. E sembra aver trovato un primo obiettivo.

«All’ordine del giorno» fa sapere il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, c’è l’«Iniziativa del Mar Nero» e «tutti gli aspetti legati al rinnovo di questa iniziativa». Mosca sarebbe dunque interessata a ripristinare l'accordo raggiunto nel luglio del 2022 tra Turchia, Onu e Russia – non vi fu nessuna sigla diretta tra Mosca e Kiev – che aveva permesso all'Ucraina, grazie alla mediazione decisiva dei turchi, di esportare il suo grano dai suoi porti di Odessa, Chornomorsk e Pivdennyi fino al Bosforo senza essere attaccata. La Russia si era però ritirata dall’accordo nel luglio 2023 accusando l’Occidente di non aver rispettato l’impegno ad allentare le sanzioni sulle sue esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti. Un accordo per la fine della guerra, precisa a sera il Dipartimento di Stato Usa, deve essere preceduto da un cessate il fuoco nel Mar Nero. Una conferma sulla trattativa.

Se l’”Iniziativa del Mar Nero” venisse ripristinata, anche la Russia potrebbe esportare prodotti agricoli e fertilizzanti attraverso il Mar Nero, ottenendo così un alleviamento delle sanzioni occidentali. Un accordo più ristretto, rispetto a una tregua generalizzata di 30 giorni proposta in precedenza, ma che potrebbe essere la via per raggiungere una pausa significativa nei combattimenti.
È l’ora degli “sherpa” delle diverse delegazioni, pronti ad analizzare dossier, e a cercare possibili punti di intesa. Domenica sera, dopo aver incontrato la delegazione ucraina, l’inviato speciale statunitense Stive Witkoff, si era detto fiducioso di «progressi concreti» come «un primo cessate il fuoco nel Mar Nero». Era il Cremlino a frenare gli entusiasmi: siamo solo «all’inizio del viaggio», il commento del portavoce Dmitrij Peskov.

Nessuna conferma da Mosca, invece, di trattative in corso per un «cessate il fuoco dell’energia». Tuttavia il Cremlino sostiene che la sospensione degli attacchi contro le infrastrutture energetiche ucraine – concordata nella telefonata tra Vladimir Putin e Donald Trump di martedì scorso – è in vigore nonostante gli attacchi segnalati su entrambi i fronti: «Finora non ci sono stati altri ordini da parte del presidente» e gli Stati Uniti «sono in grado di monitorare la situazione e di trarre le opportune conclusioni», ha dichiarato Peskov.

Intanto la Cina ha smentito che le sue truppe possano partecipare a un'operazione di peacekeeping in Ucraina, una volta raggiunto un cessate il fuoco: «Notizie del tutto false» ha precisato il ministero degli Esteri di Pechino.

Se Trump continua a morde il freno e annuncia che l’accordo sulle terre rare sarà firmato presto con l’Ucraina, la delegazione di Kiev è rimasta a Riad per incontrare gli americani. É ancora, inevitabilmente, l’ora degli “sherpa”, e la spola degli inviati Usa continua: sarà diffusa domani una dichiarazione congiunta di Stati Uniti e Russia sui colloqui.

Le autorità ucraine hanno denunciato che un attacco di droni russi a Kiev durante la notte tra domenica e lunedì ha ucciso almeno tre persone, tra cui un bambino di 5 anni, provocando incendi nei palazzi e danni in tutta la capitale. Nel frattempo, quelle russe hanno affermato che le loro difese aeree hanno distrutto 59 droni ucraini che puntavano sulle regioni sud-occidentali del paese, aggiungendo che gli attacchi hanno ucciso una persona a Rostov. Una situazione di altissima tensione, assai lontana dalla pace in tempi brevi auspicata da Trump. Il presidente americano ha, comunque, assicurato che gli sforzi «per evitare un'ulteriore escalation del conflitto sono in atto». «Ho un buon rapporto con Putin e Zelensky e nessun altro, a parte me, è in grado di fermare la guerra in Ucraina» ha ribadito il commander-in-chief che già pensa ad essere insignito del Nobel per la pace. «Obama l'ha ottenuto senza motivo, non lo sapeva nemmeno lui, non ha fatto niente. Se io fossi un presidente democratico lo vincerei».
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