venerdì 4 ottobre 2024
Mosca in Iran ha sempre fatto il doppio gioco: ha venduto tecnologia nucleare, ma poca militare. Pechino è il primo partner commerciale di Teheran e compra l'89% del petrolio iraniano. E ora?
Il presidente cinese Xi Jinping con il presidente russo Vladimir Putin

Il presidente cinese Xi Jinping con il presidente russo Vladimir Putin - Ansa

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A che gioco sta giocando Putin in Iran? Questa è la domanda che circola negli ambienti diplomatici, in particolare americani. Fino a che punto può concedere che un proxy regionale come Teheran (che a sua volta è capofila di una sorta di multinazionale sciita dell’anti-israelismo che passa attraverso gli Houthi yemeniti o Hezbollah in Libano) possa alzare la tensione o restare sotto minaccia di Israele?

Domande che si pone anche l’altro alleato di ferro degli ayatollah, nonché sponda di Mosca in Consiglio di sicurezza Onu quando c’è da proteggere Teheran da sanzioni e strali, soprattutto a stelle e strisce, ci la Cina di Xi Jinping.

Mosca in Iran ha sempre fatto una sorta di doppio gioco: ha venduto tecnologia nucleare, l’impianto di Busher ad esempio produce energia elettrica da 2011, ma poca o quasi nulla tecnologia militare. C’è il centro nucleare di Isfahan, quello di arricchimento dell’uranio a Natanz e il sito supersegreto di Fordow dove secondo l’intelligence israeliana si sta lavorando alla prima atomica iraniana.

Mosca però ha creato una sorta di guinzaglio corto strategico nei confronti del regime di Ali Khamenei a differenza dell’altro amico cinese che si ripaga invece in forniture di petrolio: Pechino è il primo partner commerciale di Teheran e compra l'89% del petrolio iraniano.

Il Cremlino di Vladimir Putin nel corso degli anni ha fornito pochissima aviazione: dai dinosauri dell’Aeronautica come i Mig-21, che l’Urss aveva distribuito come i Kalashnikov a una sessantina di nazioni, alle recenti forniture di contraeree missilistiche S-300 che nulla possono fare contro gli agguerriti F-35 forniti dagli Usa a Israele. Sono in linea ancora anche Mig-22 o derivazioni dai vecchi Phantom americani dello scià come gli F-4 e gli F-5, uno squadrone di Sukhoi-24 di fabbricazione russa e alcuni Mig-29.

Ecco, lo squilibrio strategico sta tutto qui. L’Iran può minacciare di colpire Israele, può sfoggiare il Fattah-1 che ha una precisione elevata, ma gli altri missili hanno raggi di puntamento molto approssimativi. Soccomberebbe in un qualsiasi scontro militare, che è ormai uno scontro di tecnologie. Così Khamenei, ora, sembra sempre più solo.

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