martedì 27 maggio 2014
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La prima udienza del processo di appello per Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia, non si tiene oggi, 27 maggio, data fissata in precedenza, e non si sa quando e se verrà nuovamente calendarizzata. Lo riferiscono all’Agenzia Fides gli avvocati impegnati nel collegio difensivo della donna. Parlando all’Agenzia Fides, l’avvocato Naeem Shakir, uno dei legali che difendono Asia Bibi, non nasconde il suo sbigottimento: “Il caso era nella lista delle udienze previste per oggi. Poi è sparito all’improvviso. Non sappiamo perchè. Posso solo dire che quanto sta accadendo non è normale”. Gli avvocati attendono una motivazione ufficiale da parte dell’amministrazione dell’Alta Corte di Lahore per spiegare la grave anomalia che si traduce nella mancanza di giustizia per una vittima innocente. “A questo punto non sappiamo quando e se il caso sarà esaminato” spiegano. Da febbraio a oggi il processo ha subito 4 rinvii per i motivi più disparati e il procedimento non è mai iniziato. Secondo gli osservatori, i magistrati della Corte di Appello non vogliono assumersi la responsabilità di esaminarlo e giudicare per timore di ritorsioni da parte dei gruppi radicali islamici. In passato giudici che hanno assolto cristiani ritenuti blasfemi sono stati uccisi. Come appreso da Fides, amarezza e delusione si respirano anche tra i familiari di Asia. Nei prossimi giorni, riferiscono i legali, la donna, che si trova nel carcere femminile di Multan, sarà informata sugli ultimi sviluppi del caso che la riguarda. Asia Noreen Bibi è stata denunciata il 19 giugno 2009 per blasfemia, ai sensi dell’art secondo 295c del Codice Penale (insulto al Profeta Maometto), dal mullah musulmano Qari Muhammad Sallam, alla polizia della cittadina di Nankana Sahib. Dopo un processo davanti al tribunale di primo grado di Nankana Sahib, Asia è stata condannata a morte l’8 novembre 2010. L’appello è stato depositato davanti all’Alta Corte di Lahore l’11 novembre 2010. Ma, per motivi di opportunità, di contesto, per pressioni religiose e politiche, solo quattro anni dopo è stato preso in considerazione e calendarizzato dalla Corte. Oggi la continua litania dei rinvii non consente ancora lo svolgimento della prima udienza.
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