mercoledì 15 novembre 2023
Il programma punta a formare in cinque mesi in Tunisia operai specializzati che possano essere assunti in aziende italiane attive nel settore edile
Pietro Cum, ad del Consorzio Elis

Pietro Cum, ad del Consorzio Elis - © Carmelo Farini photography

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L’obiettivo è doppio: superare gli ostacoli sui quali si sono più volte infranti i tentativi di rispondere al fabbisogno di manodopera nel nostro Paese (in questo caso nell’edilizia) e contrastare i flussi d’immigrazione irregolari. Nasce con questa duplice finalità il progetto pilota Accademia Internazionale di Costruzione, un programma che punta a formare in cinque mesi in Tunisia operai specializzati che possano essere assunti in aziende italiane attive nel settore edile. Si tratta di un’iniziativa promossa dall’Ance (l’Associazione Nazionale Costruttori Edili) insieme all’ente non profit di formazione Elis e che vede coinvolti per il nostro Paese il Ministero dell’Interno, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero degli Esteri e l’Ambasciata Italiana a Tunisi. Dopo la firma degli accordi con le agenzie tunisine per l’Impiego (ANETI) e per la formazione professionale (ATFP), il piano entra in questi giorni nella sua prima fase operativa. Il primo step prevede la selezione dei partecipanti ai corsi di formazione in loco.

Il percorso si concluderà a marzo 2024 con l’arrivo delle prime 40 persone in Italia, provviste di un regolare contratto di lavoro. Se questa fase sperimentale avrà successo l’idea è di replicare il modello su più ampia scala. In particolare, oltre a garantire l’ingresso regolare in Italia di manodopera specializzata, si punta a rispondere all’attuale impossibilità per le aziende italiane di entrare in dialogo con i potenziali candidati prima dell’assunzione, come in un qualsiasi processo di selezione, superando allo stesso tempo anche l’incertezza di tempi ed esiti delle procedure per l’ottenimento del permesso di soggiorno. Tra le caratteristiche principali del progetto c’è la sinergia tra attori diversi, che fanno squadra per raggiungere gli obiettivi. In un unico piano d’intervento sono coinvolti infatti istituzioni, imprese private associate ad Ance, enti di formazione e organizzazioni del terzo settore come Elis. Tutti questi soggetti saranno coordinati da un comitato di monitoraggio che garantirà sia in Tunisia che in Italia la realizzazione del piano nel rispetto del cronoprogramma.

La selezione delle persone che accederanno al programma di formazione e avviamento al lavoro avviene in collaborazione con le già citate agenzie per il lavoro e per la formazione professionale, ANETI e ATFP. Saranno giovani già in possesso di un certificato professionale nell’ambito dell’edilizia e dei lavori pubblici secondo il sistema scolastico tunisino e di un’esperienza professionale di almeno 12 mesi. I corsi di formazione serviranno a trasmettere conoscenze specifiche richieste dalle imprese italiane, tra queste normativa e sicurezza sul lavoro. Sarà invece compito dell’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi trasferire ai partecipanti le competenze linguistiche necessarie, insieme a contenuti di educazione civica, volti a far acquisire una sufficiente conoscenza dei principi fondamentali della Costituzione, dell’organizzazione delle istituzioni pubbliche italiane e del contesto socio-culturale del nostro Paese. Ognuno, insomma, è chiamato a giocare un ruolo importante nella reane lizzazione del progetto: le imprese indicano il fabbisogno e conoscono i candidati in fase di selezione; la formazione trasferisce competenze tecniche ma anche basi linguistiche e culturali; le istituzioni garantiscono i tempi per il rilascio del visto per motivi di lavoro.

La stretta relazione e il coinvolgimento di diversi attori in un unico piano d’intervento formativo rappresentano proprio i modelli su cui si basano le attività di orientamento, formazione e avviamento al lavoro che Elis porta avanti quotidianamente, grazie anche al rapporto stabile di collaborazione con oltre 120 grandi gruppi, Pmi, start-up e università. «L’organizzazione dei corsi e del numero di partecipanti in base al fabbisogno delle aziende è la prima garanzia dell’efficacia del progetto spiega Pietro Cum, amministratore delegato di Elis, a proposito dell’iniziativa tunisina –. Elis organizza corsi solo se ci sono aziende che hanno chiesto di attivarli per assumere. Questo ci garantisce un tasso di occupazione del 98 percento al termi della formazione. Ci aspettiamo qui lo stesso risultato. L’altra garanzia è la stretta collaborazione che stiamo sperimentando tra istituzioni pubbliche e soggetti privati, in modo che le attività in programma e l’iter burocratico collegato procedano insieme».

La formazione avverrà in loco, ma come specifica Annachiara Moltoni, responsabile dei progetti sociali di Elis, «l’affiancamento dei partecipanti proseguirà dopo il loro arrivo in Italia, coinvolgendo anche le comunità locali dei loro connazionali». «Quei primi mesi saranno fondamentali – aggiunge Moltoni - per permettere alle persone di inserirsi nel nuovo contesto sociale in cui verranno a trovarsi». Allargare questo progetto su scala più ampia è una sfida decisiva alla luce della difficoltà che stanno incontrando tante imprese, a partire da quelle edili, nel trovare personale qualificato da assumere. In base alle previsioni del Rapporto Excelsior, il sistema informativo di Unioncamere sui fabbisogni occupazionali e professionali in Italia, la filiera delle costruzioni e infrastrutture registrerà nel quinquennio 2022-2026 un fabbisogno occupazionale di 294mila unità. Solo per quest’anno l’Ance ha quantificato in 64.400 unità il fabbisogno occupazionale derivante dalla realizzazione di oltre 64 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi del Pnrr e dei principali interventi ferroviari. Di tale fabbisogno, si stima che 53.800 unità siano da ricercare nella categoria degli operai e i restanti 10.600 tra impiegati e quadri. Si tratta di previsioni considerevoli, che spiegano perché il numero dei 40 operai specializzati coinvolti nel progetto pilota è destinato ad aumentare parecchio già a partire dal 2024.

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