martedì 29 novembre 2022
A Verona la proposta di una valutazione dell’impatto sui giovani tra i 15 e i 34 anni delle politiche pubbliche, soprattutto di quelle legate al l'attuazione del Pnrr
La sfida dei giovani Ucid sulla sussidiarietà generazionale
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La XII Edizione del Festival della Dottrina Sociale, svolto a Verona dal 24 al 27 novembre, è stata l’occasione per portare a maturità la nostra sfida e provocazione: oggi è necessaria una “quarta sussidiarietà” dopo le sussidiarietà verticale, orizzontale e circolare. Si tratta della “sussidiarietà generazionale”: da qui ad almeno il 2026 le politiche pubbliche saranno caratterizzate dalla messa a terra del PNRR, nuovo debito che graverà principalmente sulle giovani generazioni. Se il principio di sussidiarietà ci insegna che i soggetti più prossimi ed interessati da un problema sono anche coloro i quali meglio possono affrontarlo e risolverlo, oggi i decisori pubblici dovrebbero aprire un tavolo di confronto e concertazione proprio con i giovani. Si tratta non solo di un atto doveroso, ma di una scelta strategica fondamentale: i giovani del Paese oggi sono in grado di esprimere eccellenze in ogni campo e da loro può venire fuori una visione di respiro lungo, non corto, che sarà utile a tutto il Paese.

Per queste ragioni al Festival della Dottrina Sociale di Verona, i giovani dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti, insieme ai rappresentanti delle organizzazioni giovanili delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative (da Coldiretti a Confindustria, passando per Federmanager) hanno messo in campo una serie di sollecitazioni e proposte, insieme con la Fondazione Antonio Emanuele Augurusa e la Fondazione Bruno Visentini. Fra queste, ve ne è una di cui il nuovo governo potrebbe fare tesoro: la valutazione di impatto generazionale (Youth Check). Non a caso era con noi il professor Luciano Monti, docente di Politiche dell’Unione Europea alla Luiss Guido Carli di Roma e condirettore scientifico della Fondazione Bruno Visentini, fra i massimi esperti di questi temi.

La valutazione dell’impatto sui giovani (intendendo come tali la fascia di popolazione tra i 15 e i 34 anni) delle politiche pubbliche, mira a verificare quante e quali risorse sono destinate a ridurre l’attuale divario generazionale e la loro efficacia. Introdotto per la prima volta in Austria, quasi un decennio fa, per verificare l’impatto sugli under trenta, è stato introdotto anche in Germania per i soli giovani. Quest’ultima iniziativa, denominata Jugend Check, è operativa dal 2017 per tutte le nuove leggi federali ed è frutto dell’accordo di coalizione della XVIIIma legislatura del Bundestag tedesco. Il modello valutativo è stato realizzato da un gruppo di lavoro di esperti di politiche giovanili con il supporto dell’Institute for Regulatory Impact Assessment and Evaluation (InGFA) e dall’ente per le politiche giovanili (KomJC) che cura ora le valutazioni dei disegni di legge federali. In Italia i primi modelli di valutazione dell’impatto sui giovani delle politiche pubbliche sono stati elaborati e sperimentati dalla Fondazione Bruno Visentini sin dal 2019 che rilascia annualmente anche l’Indice del divario generazionale per il nostro paese. Le linee guida per una valutazione, estesa anche agli investimenti del PNRR, sono state introdotte dal Comitato per la valutazione dell’impatto generazionale delle politiche pubbliche (COVIGE) nel luglio del 2022.

La coalizione di Centro-Destra ha inserito questa valutazione all’interno del proprio programma elettorale. Purtroppo il Ministro Andrea Abodi, per impegni sopraggiunti, non ha potuto prendere parte ai lavori del Festival ma ha garantito la disponibilità ad ascoltarci. Il nostro Presidente, Gian Luca Galletti, già Ministro dell’Ambiente, si è detto molto favorevole ad allargare gli indicatori BES, dalla valutazione dell’impatto ambientale per arrivare anche a quella dell’impatto generazionale delle politiche pubbliche. Il Ministro Adolfo Urso, invece, ci ha scritto “siete voi il riferimento a cui guardare per ogni politica che vogliamo disegnare”. “La Commissione europea e numerose organizzazioni internazionali hanno denunciato l’impatto asimmetrico della pandemia su territori e fasce della popolazione”, ha poi osservato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ricordando che “ha colpito i più fragili e in particolare i giovani a cui è dedicato lo strumento del Next generation Eu”. Negli anni della pandemia i neet “sono tornati a toccare l’asticella dei 3 milioni con un balzo indietro di 3 anni e un costo che non possiamo più sopportare”. “In 10 anni – ha rilevato Urso – l’Italia ha perso un quinto delle imprese guidate da giovani, le 137mila imprese in meno registrate a fine 2021 sono il -20% rispetto al 2012 e rappresentano l’8,9% del tessuto produttivo nazionale. A fine 2012 erano l’11,1%”. Inoltre “nel 2019 170mila italiani sono andati all’estero e più della metà, 90mmila, erano giovani”. “Il governo – ha assicurato il Ministro – lavorerà ogni giorno per invertire la tendenza con una serie di misure mirate” come il sostegno all’imprenditoria giovanile, misure per le star-up innovative. “Guardando al PNRR – ha aggiunto – sono quasi 22 i miliardi destinati a politiche a sostegno dei giovani e possiamo aggiungerne altri 25 considerando le misure che avranno riflessi diretti nella riduzione del divario generazionale”. Urso è sicuro che il PNRR offrirà “grandi opportunità in questi prossimi anni” e ha accolto il nostro appello, “impegniamoci in questo patto intergenerazionale, i risultati saranno grandiosi”.

*Presidente Nazionale Movimento Giovani UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti)

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