Squisitamente accurato, dotato di una sapiente dose di discreta disponibilità e autorevole capacità d’accoglienza. Imperturbabile presidiatore della casa, ma anche solida garanzia di elegante e affidabile rappresentanza. Sulla figura del maggiordomo, aleggia da sempre un’aura leggendaria, quasi fiabesca. Un’icona d’altri tempi, di cui una copiosa cinematografia ha saputo regalare la fascinazione. Eppure la sua utilità non sembra aver conosciuto tramonto. Sapendosi declinare alla modernità, ora ha bussato anche alle porte dell’Italia, partendo da quella specificità che è l’eccellenza dettata dal made in Italy.A dare la spinta, il recupero e l’analisi di una tradizione puramente esterofila, per lo più anglosassone, che oggi trova il terreno per la creazione di una professionalità di alto profilo, spendibile sui molti filoni del nostrano settore turistico-ricettivo, ma anche su quello privato: case, residenze storiche, navi, alberghi di lusso, senza tralasciare aziende, ambasciate e il contesto dei grandi eventi, hanno tracciato, con le loro richieste mirate, una nuova strada occupazionale.L’intuizione di una formazione specifica in tal senso l’ha avuta l’Associazione italiana maggiordomi, struttura nata a Milano poco più di due mesi fa, che ha messo in campo l’unico corso professionale al momento esistente in Italia per personal butlers, maggiordomi personali (fino a ieri chi voleva accostarsi alla professione doveva fare riferimento ad accademie all’estero). Seguendo la scia di una tendenza molto europea, ma anche l’esperienza della grande catena alberghiera di Milano Town House, dove il personal butler è già presente, il corso che prenderà il via dalla metà del mese in corso con l’appoggio della Regione Lombardia che sostiene con la dote coloro che accedono a corsi professionali promossi da enti accreditati, fornisce a 25 candidati competenza specifica per ricoprire un ruolo complesso, che richiede abilità e conoscenze a larghissimo raggio.Un’opportunità professionale nuova di zecca, adatta a giovani interessati a una cultura dell’accoglienza iperspecializzata e un po’ fuori dal comune, con risvolti economici non trascurabili. Erroneamente confuso nel nostro Paese, con un cameriere "tutto fare", il maggiordomo si configura invece come qualcosa di ben diverso, tiene a precisare Elisa Dal Bosco, vicepresidente della Aim: «È un vero e proprio manager della casa, in grado di coordinare un intero team di camerieri, giardinieri, cuochi, portinai, governanti. Organizza il lavoro di tutti e ha l’ultimo occhio di controllo su tutto l’insieme. Per fare questo deve conoscere bene lui stesso ognuna delle professioni che si trova a gestire. Deve, in aggiunta, avere buongusto, senso dell’estetica, aplomb, abilità di scrittura, capacità nelle relazioni esterne, e saper declinare tutto questo a seconda delle esigenze del cliente. In ambito alberghiero può essere ingaggiato a tempo limitato, per assistere un solo cliente in ogni sua esigenza: dal prenotare i biglietti d’aereo, alla consulenza per l’abbigliamento».Ma c’è di più. Secondo gli ideatori del progetto dell’Aim, un maggiordomo italiano deve conoscere e farsi riconoscere per le sue straordinarie capacità legate all’italianità. «Ha una buona cultura generale, è aggiornato sulle nuove tendenze e preparato su storia dell’arte, design, moda – dice la Dal Bosco –. Le numerose richieste che ultimamente sono giunte ne giustificano una legittimazione a pieno titolo. Il settore fa registrare un grande dinamismo». In poco più di due mesi dalla nascita dell’Associazione, infatti, 76 le richieste giunte da parte di privati e aziende a fronte di 200 profili di candidati pervenuti all’Aim: «Numerosi dirigenti e imprenditori ci hanno chiesto professionisti per le loro case – aggiunge la vicepresidente dell’Aim, che sottolinea come il corso richieda un serio impegno –. Poco meno di 400 le ore fra teoria e pratica per la durata di cinque mesi complessivi, a cui si aggiungono altre 240 ore di stage presso la Town House di Milano, Torino e Firenze».Requisiti indispensabili, la conoscenza perfetta dell’italiano e dell’inglese, ma anche pazienza (ci si dovrà confrontare con padroni di casa capricciosi, indecisi, che cambiano idea ogni cinque minuti), flessibilità (pronti a repentini cambi di orario, destinazione), inclinazione al lavoro di squadra e alla leadership. L’entità dello stipendio è variabile a seconda dell’esperienza, fattore determinante, e dalla realtà in cui si lavora: «In un albergo, un maggiordomo junior può iniziare con uno stipendio di circa 1.000, 1.200 euro al mese. In una casa si parte dai 4mila euro». Il curriculum ha il suo peso, dunque, ma anche un continuo aggiornamento: «Come associazione promuoveremo periodicamente degli incontri di riqualificazione – ha annunciato Elisa Dal Bosco –, ma anche di solo confronto dialettico con maggiordomi senior, che possano raccontare la loro specifica esperienza sul campo a chi ha iniziato da poco. Per il prossimo autunno, ci sono in programma anche nuovi corsi monotematici più specifici, per arricchire la professione entrando sempre più nel dettaglio delle sue speciali mansioni».
Gli indirizzi e i numeri utili
Associazione italiana maggiordomiTel.: 0289058297, E-mail: desk@elisadalbosco.com, Sito: www.maggiordomi.it
FederalberghiTel.: 0642034610, E-mail: info@federalberghi.it, Sito: www.federalberghi.it
Fisascat – Cisl Tel.: 068541042, E-mail: fisascat@fisascat.it
Istituto di Stato per i servizi alberghieri e della ristorazioneTor Carbone – Roma, Tel.: 067188456, E-mail: rmrh01000t@istruzione.it
Uet – Istituto europeo per il turismoTel.: 0668805845, Sito: www.uetitalia.it