mercoledì 1 febbraio 2017
Il marchio che è diventato il cuore pulsante di Fca per numeri e prospettive propone il restyling del suo Suv più grande: prestazioni sorprendenti e tanta cura stilistica
Jeep Grand Cherokee, fuoristrada ma di lusso
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Cresce, piace, e non teme affatto il confronto con la concorrenza dei modelli tedeschi. Il marchio Jeep ormai è diventato il vero cuore pulsante di Fiat-Chrysler: in termini di numeri, di valore economico, e anche di prospettive. Merito della tendenza del mercato che non sembra ancora sazio di Suv e fuoristrada, tipologia di vetture che in Europa rappresentano il 25% del mercato globale e nelle quali il brand ha una tradizione imbattibile. Ma merito anche della cura stilistica e dei contenuti che Jeep ha saputo migliorare nel tempo, slegandosi progressivamente dalla nomea che lo identificava solo come un'icona del fuoristrada.

Un asso per gli Usa. Da qui si comprende l’importanza strategica dell’investimento per un miliardo di dollari – che sarà erogato nell’arco dei prossimi 3 anni e creerà 2000 nuovi posti di lavoro – negli stabilimenti di Warren, in Michigan, dove saranno prodotte la Jeep Wagoneer e la Grand Wagoneer, e di Toledo (Ohio), dove nascerà pure il nuovo pick-up del marchio. Una mossa che ha già avuto il plauso di Donald Trump, e spianato i rapporti con la nuova amministrazione americana dopo le accuse dell'Epa sulle possibile violazioni ambientali piovute proprio sui motori del Gran Cherokee.

I numeri. Quello che si è appena chiuso è stato il quinto anno consecutivo di vendite globali record per Jeep, che nel 2016 ha immatricolato nel mondo 1,41 milioni di auto, con un aumento del 12% sui dodici mesi precedenti. Il modello più venduto è stato Cherokee con 384 mila unità. Al secondo posto Grand Cherokee (290 mila unità) e al terzo Renegade (278 mila). Le vendite di Jeep sono aumentate del 6% negli Stati Uniti, del 66% in Brasile, del 9% nell’area Emea (Europa e Medio Oriente) e del 35% in Italia.

Grand Cherokee 2017. L'anno nuovo si è aperto con un restyling importante, quello del Grand Cherokee: venticinque anni di storia e quattro generazioni differenti alle spalle, l'hanno resa un modello importantissimo per Jeep. La svolta nel 2011, con il lancio della quarta generazione - quella scelta da Barack Obama come auto presidenziale - che è diventata il simbolo della rinascita del brand sotto l'egida del gruppo Fca. Oggi, a distanza di sei anni, il large-suv di Jeep si rifà il look, non solo nell'aspetto: «Abbiamo introdotto importanti aggiornamenti a livello estetico e tecnologico cercando di personalizzare l'offerta - spiega Dante Zilli, capo del marchio Jeep per l'area Emea - . Questa nuova versione ha tre anime diverse: la Summit, raffinata ed elegante; la SRT per le performance estreme e la Trailhawk per il fuoristrada. Questa versione in particolare ha l'off-road nelle vene e ha ottenuto quel marchio che per noi è il top per una Jeep ovvero il “trail rated” ottenuto alla fine di una lunga serie di test effettuati sul campo e in tutte le condizioni, anche quelle più difficili».

La gamma. Grand Cherokee, che lo scorso anno è riuscito a conquistare in Italia ben 2.200 clienti affermandosi al top nelle vendite ai privati e nel settore delle flotte, è già disponibile da pochi giorni presso la rete di concessionari. Il cuore della gamma è racchiuso nella nuovissima versione, la più off-road di sempre. Già prevista sugli altri suv Jeep, debutta anche su Grand Cherokee la Trailhawk che, grazie a una ricca dotazione di tecnologia (sospensioni pneumatiche Quadra-Lift, sistema di trazione integrale Quadra-Drive II con differenziale posteriore elettronico a slittamento limitato e Selec-Speed Control) è capace di affrontare neve, ghiaccio, fango, salite ripide e strade scoscese con il minimo sforzo e il massimo della resa. Gli esterni dell'allestimento Trailhawk comprendono una nuova fascia anteriore, l'iconica griglia a sette feritoie Jeep e gli pneumatici Goodyear Adventure per la guida off-road da 18" con rinforzo in Kevlar di serie: i nuovi badge Trailhawk e Trail Rated con finiture in rosso donano un tocco di esclusività. All'interno, sedili sportivi in pelle e inserti scamosciati neri con cuciture a vista in rosso mentre, sotto il cofano di questa versione, è presente il motore turbodiesel Multijet II da 3,0 litri, 250 CV, abbinato al cambio automatico ZF, con riduttore, a otto rapporti.

Lusso e prestazioni. Per chi sceglie invece le doti fuoristradistiche di Jeep ma non intende rinunciare allo stile, è prevista la versione Summit che si presenta con un fascione anteriore rivisitato, griglia frontale e fari fendinebbia a Led, tutto abbinato a nuovi cerchi da 20". All'interno inserti in pelle nappa e un impianto audio surround Harman Pardon a 19 altoparlanti completano l'offerta posizionando questo allestimento al top di gamma. Chi punta invece alla versione SRT - in vendita a 91.200 euro - sceglie un'auto prestazionale, grazie al motore V8 da 6,4 litri e da 468 cv di potenza. Questa Grand Cherokee, la più aggressiva di tutte, ha un'accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 5 secondi, da 0 a 162 km/h in meno di 16,3 secondi, è in grado di percorrere 400 metri in meno di 13 secondi. La velocità massima è pari a 257 km/h. Il nuovo model year di Grand Cherokee (disponibile anche negli allestimenti Laredo, Limited e Overland) è dotato di diversi sistemi di trazione 4x4 a seconda delle esigenze. Oltre 70 i sistemi di sicurezza disponibili.

La gamma e i prezzi. Quanto agli allestimenti, la famiglia della Grand Cherokee è ora formata dalla Laredo, spinta dal V6 turbodiesel di 3 litri con 190 cv in listino a partire da 56.200 euro, dalla Limited e dall'Overland mosse dalla variante da 250 cv (costano rispettivamente 65mila e 71mila euro) proprio come la Trailhawk che costa anch'essa 71mila euro, e la Summit in vendita a 77mila euro. A queste Grand Cherokee si aggiungono quelle a benzina: la 3.6 V6 Summit da 286 cv proposta a 73.200 euro, la 5.7 V8 Summit da 352 cv che costa 82mila euro, infine, la 6.4 V8 Srt con 468 cv in vendita a 91mila euro.

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