Smilzo, facile da usare, simbolo di una libertà leggera e felice. Sembra impossibile, ma è invecchiato anche lui. Il Ciao, mitico motorino della Piaggio, compie in questi giorni 50 anni. Un compleanno importante, perché ha segnato un'epoca. E ha fatto viaggiare almeno due generazioni di italiani. Il primo, appunto, uscì dagli stabilimenti della Piaggio nel giugno del 1967. Cilindrata 49,77 cc, potenza 1,4 Cv a 4.500 giri, peso 33,5 kg, velocità massima 40 km/h, motore piccolissimo (era largo appena 10,2 centimetri) montato sotto la pedana accanto ai pedali.
Il Ciao in un manifesto pubblicitario degli anni Settanta - ANSA
Da allora, e fino a quando terminò la sua produzione nel 2006, è stato costruito in oltre tre milioni e mezzo di esemplari e continua ad essere un geniale esempio di sintesi tra eleganza, praticità e design minimalista: un piccolo motore, super economico nella costruzione, nella gestione e nella manutenzione, fasciato da un telaio altrettanto essenziale in lamiera stampata che funzionava anche da serbatoio. All'occorrenza, magari quando si rimaneva senza carburante, il Ciao si trasformava in una bicicletta con la rapida pressione di un pulsante. Geniale, utile, facile appunto. Subito divenne il motorino preferito dai giovanissimi e venne immediatamente imitato, ma mai eguagliato dalla concorrenza per la leggerezza e la bellezza della linea. Costava solo 55.000 lire e consumava pochissimo: 70 km con un litro di miscela al 2%.
Per chi è stato un ragazzo negli anni '70 e '80, il Ciao è stato il primo mezzo con il quale muoversi autonomamente senza spendere troppo. Per Pontedera, ferita dall'alluvione del 1966, fu invece il simbolo della ripresa economica della Piaggio e di tutto il territorio della Valdera. In questi giorni, il paese della provincia pisana che gli ha dato i natali, lo festeggia con raduni e manifestazioni. Ma a ricordarlo con orgoglio, e anche con più di un pizzico di nostalgia, sono (siamo) davvero in tanti.