La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Strasburgo lo scorso 6 aprile - Ansa
L’Europa è ormai a un passo dall’introduzione delle nuove regole per proteggere i cittadini nello spazio digitale. La Commissione, il Parlamento e il Consiglio europei hanno trovato l’accordo politico sulla Legge sui servizi digitali (Digital Services Act, in breve Dsa) su cui stavano lavorando dal dicembre del 2020.
La nuova legge, che dovrà passare dall’approvazione formale del Consiglio europeo e del Parlamento, impone regole più severe sull’attività dei grandi gruppi del digitale, con restrizioni che aumentano al crescere delle dimensioni delle aziende: in particolare sono nel mirino le attività di grandi piattaforme e motori di ricerca con più di 45 milioni di utenti attivi mensili.
Queste società dovranno analizzare il rischio sistemico che portano e elaborare strategie per ridurlo, in particolare su quattro fronti:
- la diffusione di contenuti illegali
- gli effetti negativi sui diritti fondamentali dei cittadini
- la manipolazione di servizi che incidono sui processi democratici e sulla sicurezza pubblica
- gli effetti negativi sulla violenza di genere e sui minori, e le gravi conseguenze per la salute fisica o mentale degli utenti
Saranno vietate le cosiddette “dark pattern”, cioè le interfacce tipiche di molti banner pubblicitari e di sistemi di architettura dei siti web che inducono gli utenti ad agire contro i propri interessi e nascondono le opzioni migliori per chi sta navigando online.
Le piattaforme e i motori di ricerca dovranno anche offrire agli utenti la possibilità semplice di non ricevere “raccomandazioni” o pubblicità basate sulla loro profilazione. Su questo Google si sta già adeguando: sul suo blog giovedì ha comunicato l’introduzione di una nuova funzione per respingere tutti i cookie mentre si usano il motore di ricerca o Youtube.
Altre regole riguardano la possibilità per l’Ue di attivare misure straordinarie «proporzionate ed efficaci» nello spazio digitale per rispettare i diritti fondamentali dei cittadini in momenti critici (come esempio Bruxelles cita la massa di disinformazione che ha accompagnato l’invasione russa dell’Ucraina).
Infine la Dsa chiede una specifica protezione per i minori: le piattaforme saranno obbligate a verificare l’età dei loro utenti e adottare precauzioni particolari per i minori, i cui dati personali non saranno utilizzabili a fini pubblicitari.
Le nuova Dsa completa il nuovo quadro regolatorio del digitale in Europa, dopo che lo scorso marzo è stato raggiunto l’accordo politico sul Digital Markets Act (Dma), che riguarda il potere di mercato nel digitale delle principali piattaforme.
In un tweet, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha scritto: «Le nostre nuove regole proteggeranno gli utenti online, assicureranno la libertà di espressione e le opportunità per le imprese. Quello che è illegale offline sarà effettivamente illegale anche online nell’Ue. Un forte segnale per le persone, le imprese e le nazioni in tutto il mondo».