mercoledì 24 gennaio 2018
I commenti di mons. Viganò (Segreteria per la comunicazione) e don Maffeis (Cei) al Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali
«Fake news mimetiche come il male»
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«Le fake news sono uno degli elementi che avvelenano le relazioni. Sono notizie dal sapore veritiero, ma di fatto infondate, parziali, quando non addirittura false. Nelle fake news il problema non è la non veridicità, che è molto evidente, ma la verosimiglianza». Così monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione, in un’intervista al portale Vatican News ha commentato il messaggio del Papa per la 52 ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebra il prossimo 13 maggio, ma testo diffuso oggi, come da tradizione, per la festa di san Francesco di Sales patrono dei giornalisti.

«Si fa fatica a riconoscere le fake news perché hanno una fisionomia mimetica – continua Viganò – è la dinamica del male che si presenta sempre come un bene facilmente raggiungibile. L’efficacia drammatica di questo genere di contenuti sta proprio nel mascherare la propria falsità, nel sembrare plausibili per alcuni, agendo su competenze, attese, pregiudizi radicati all’interno di gruppi sociali più o meno ampi».

«Le false notizie, di fatto, nascono dal pregiudizio e dall’incapacità di ascolto», dice sempre Viganò, «la comunicazione non è solo trasmissione di notizie: è disponibilità, arricchimento reciproco, relazione. Solo con un cuore libero e capace di ascolto attento e rispettoso, la comunicazione può costruire ponti, occasioni di pace senza infingimenti. Tutto questo ci esorta a non arrenderci nella ricerca e nella propagazione della verità, soprattutto nell’educazione dei giovani».

A commento del messaggio di papa Francesco, don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana, rileva come «ha ragione chi sottolinea come il fenomeno non sia nuovo. In realtà, a renderlo preoccupante oggi è il numero di contatti che raggiunge in maniera tempestiva e poco arginabile. Se i social non possono essere considerati la causa principale delle fake news, like e condivisioni ne facilitano la propagazione, secondo un dinamismo che dei contenuti premia più la visibilità della loro stessa veridicità». E al riguardo, fa notare sempre don Maffeis, il Papa «denuncia “la logica del serpente”, che arriva a offuscare “l’interiorità della persona” e a rubarle “la libertà del cuore”. Perfino un’argomentazione impeccabile, “se è utilizzata per ferire l’altro e per screditarlo agli occhi degli altri, per quanto giusta appaia, non è abitata dalla verità”».

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