Copacabana da semplice spiaggia a "campo della fede". Copacabana come microcosmo in cui tutto il mondo è rappresentato. Copacabana per una sera come il cuore giovane della Chiesa.Perché "è il cuore di ognuno di voi – ha detto sabato sera (notte fonda in Italia) il Papa ai suoi giovani - il vero campo della fede. Ed è nella vostra vita che Gesù chiede di entrare con la sua Parola, con la sua presenza". Oltre due milioni hanno partecipato alla Veglia della Gmg di Rio de Janeiro 2013 insieme con Francesco, quando in Italia era da poco passata la mezzanotte. Una partecipazione straordinaria e gioiosa che ha portato su una delle spiagge più famose al mondo non solo i pellegrini giunti da 180 Paesi, ma anche tantissimi abitanti carioca, richiamati dal fascino di un evento che è già nella storia del Brasile e dell’America Latina.Copacabana dunque ha fatto da degna cornice di un evento che avrebbe dovuto tenersi a Guaratiba, all’esprema periferia della metropoli. Ma il mal tempo dei giorni scorsi aveva reso impraticabile la vasta area allestita e ribattezzata “Campus fidei” (campo della fede), per cui gli organizzatori avevano optato per lo spostamento sul lungomare di quattro chilometri che incornicia uno degli angoli più belli della città. Di qui i riferimenti contenuti nel discorso del Papa, che all’inizio del suo intervento ha spiegato come proprio il nome della località scelta in un primo momento lo avesse ispirato."Ma anche questo è un campo della fede", ha aggiunto. E perciò ha continuato nella lettura. "Per favore – ha detto il Papa sempre rivolgendosi ai giovani - lasciate che Cristo e la sua Parola entrino nella vostra vita, possano germogliare e crescere". Francesco ha fatto riferimento alla parabola del buon seminatore, mettendo in guardia dalla strada "(ascoltiamo il Signore, ma non cambia nulla nella vita, perché ci lasciamo intontire da tanti richiami superficiali che ascoltiamo"); dal terreno sassoso ("accogliamo con entusiasmo Gesù, ma siamo incostanti e davanti alle difficoltà non abbiamo il coraggio di andare contro corrente"; o dalle spine ("le cose, le passioni negative soffocano in noi le parole del Signore"). "Oggi, però, ha sottolineato - sono certo che il seme cade in terra buona, che voi volete essere terreno buono, cristiani non part-time, non “inamidati”, di facciata, ma autentici. Sono certo che non volete vivere nell'illusione di una libertà che si lascia trascinare dalle mode e dalle convenienze del momento. So che voi puntate in alto, a scelte definitive che diano senso pieno alla vita. Gesù è in grado di offrirvi questo. Lui è «la via, la verità e la vita». Fidiamoci di Lui. Lasciamoci guidare da Lui". Il campo della fede è però anche un campo di allenamento.E qui il Papa usa un tipo di metafora che i giovani comprendono immediatamente. "Penso che la maggior parte di voi ami lo sport – dice Francesco -. E qui in Brasile, come in altri Paesi, il calcio è una passione nazionale. Ebbene, che cosa fa un giocatore quando è convocato a far parte di una squadra? Deve allenarsi, e allenarsi molto! Così è nella nostra vita di discepoli del Signore. San Paolo ci dice: «Ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce; noi invece una che dura per sempre» (1 Cor 9,25). Gesù ci offre qualcosa di superiore della Coppa del Mondo! Ci offre la possibilità di una vita feconda e felice e ci offre anche un futuro con Lui che non avrà fine, la vita eterna. Ma ci chiede di allenarci per “essere in forma”, per affrontare senza paura tutte le situazioni della vita, testimoniando la nostra fede". Questo allenamento spiega in pratica il Papa passa attraverso "la preghiera, i sacramenti, l’amore fraterno, il saper ascoltare, il comprendere, il perdonare, l’accogliere, l’aiutare gli altri, ogni persona, senza escludere, senza emarginare"."Cari giovani, esorta Francesco - siate veri “atleti di Cristo”". L’ultima immagine usata dal Papa paragona il campo della fede a un cantiere. "Non siamo soli, siamo parte della Chiesa, anzi, diventiamo costruttori della Chiesa e protagonisti della storia". Poi il Pontefice fa riferimento ai recenti moti di piazza in Brasile ma anche nelle cosiddette primavere arabe. "Ho seguito attentamente le notizie riguardo ai tanti giovani che in tante parti del mondo sono usciti per le strade per esprimere il desiderio di una civiltà più giusta e fraterna. Resta però la domanda: da dove cominciare? Quali i criteri per la costruzione di una società più giusta? Quando chiesero a Madre Teresa di Calcutta che cosa doveva cambiare nella Chiesa, rispose: tu ed io". E conclude: "Siete i costruttori di una Chiesa più bella e di un mondo migliore".Il lungomare di Copacabana si dimostra in effetti un buon viatico per le parole del Pontefice. Scenario di straordinaria bellezza animato da oltre due milioni di presenze. I giovani erano arrivati fin dal primissimo pomeriggio assistendo ad un vero e proprio spettacolo di christian music con momenti di grande suggestione. (ad esempio quando un artista senza braccia ha suonato la chitarra con i piedi) o di gioia e divertimento (come quando un gruppo di ballerini ha coinvolto la tribunetta dei vescovi, arrivati con forte anticipo rispetto al Papa, in una hola a ritmo di musica che ha mandato in visibilio l’immensa platea. Successivamente l’arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schoenborn, ha presentato Youcat, il compendio del catechismo destinato ai giovani, annunciando che un milione di copie sarà distribuito anche in Brasile. L’entusiasmo è andato via via crescendo, come la marea dell’oceano, fino a raggiungere il suo acme all’arrivo della Papamobile, che ha solcato come una nave i tre chilometri di asfalto dal Forte (dove l’elicottero papale proveniente dalla residenza di Sumaré è atterrato) fino al palco. Più volte, anzi, Francesco, ha fatto fermare la jeep bianca per baciare i bambini, benedire i malati, stringere le mani dei fortunati in prima fila. In un paio di occasioni è anche sceso dall’auto per benedire persone in carrozzina. E lungo l’intero tragitto ha continuato a ricevere nell’abitacolo magliette e altri oggetti che i fedeli gli tiravano. Una ragazza ha anche fatto cento metri di corsa per consegnargli una lettera. Il tutto mentre l’orchestra sottolineava il percorso con un intenso tappeto musicale, quasi una colonna sonora da film. La veglia quindi si è svolta in due momenti. Prima del discorso di Francesco con una scenografia nella quale decine di giovani erano intenti a costruire una chiesa. E dopo l’intervento del Pontefice, mentre gli stessi giovani smontavano la Chiesa e la portavano via a simboleggiare la missione dell’andare e fare discepoli tutti i popoli (tema della Gmg di Rio), è iniziata l’adorazione eucaristica. Il silenzio a quel punto è sceso sul Campus Fidei di Copacabana. Sterminato tappeto di giovani. In fondo sono proprio loro il vero Campus Fidei.