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"Garantire un equo accesso globale ai vaccini, che è un prerequisito chiave per una riuscita campagna di vaccinazione globale, e affrontare l' esitazione vaccinale, inviando un messaggio chiaro sulla sicurezza e la necessità dei vaccini e contrastare i miti e la disinformazione sui vaccini".
È l'appello lanciato dall'Associazione medica mondiale, dalla Pontificia Accademia per la Vita (Pav) e dall'Associazione Medica Tedesca (Gma) nel comunicato finale che ha fatto seguito a una tavola rotonda internazionale sulle Vaccinazioni che queste associazioni hanno promosso in Vaticano e che si è svolta ieri.
"È ormai divenuto una sorta di mantra che i vaccini sono beni comuni. In effetti si tratta di trattamenti sanitari essenziali per la salute e, in molti casi, per la stessa sopravvivenza. Ma, come ci ha ricordato più volte papa Francesco, nella vaccinazione sono in gioco anche il bene comune e la giustizia", ha spiegato monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, in una conferenza stampa in Vaticano dopo la tavola rotonda.
"I vaccini dovrebbero essere disponibili per tutti e ovunque, senza restrizioni dovute ad aspetti economici, anche nei Paesi a basso reddito", ha aggiunto.
"Per quanto l'attuale pandemia abbia messo in luce l'importanza della vaccinazione, ha anche messo a nudo la grande iniquità nell'accesso ai vaccini e i pericoli posti dal nazionalismo dei vaccini", si legge nel documento finale pubblicato al termine dell'incontro, "Mentre molti paesi ad alto reddito avevano le risorse per firmare rapidamente accordi bilaterali con aziende farmaceutiche per promettenti candidati al vaccino Covid molti Paesi in via di sviluppo sono stati lasciati in una posizione di svantaggio a causa delle restrizioni finanziarie e delle limitazioni alla capacità di produzione. L'accessibilità dei vaccini pone ancora grandi sfide in molte parti del mondo, ma ci sono anche Paesi nei quali i vaccini sono facilmente disponibili ma soggetti a scetticismo e sfiducia".
La tavola rotonda internazionale sulle vaccinazioni ha anche posto l'attenzione sulla esitazione vaccinale. L'incontro ha concluso che una certa riluttanza nelle comunità svantaggiate è radicata in disuguaglianze storiche, violazioni della fiducia nella ricerca medica, esperienze negative con l'assistenza sanitaria e sospetto sul comportamento delle aziende farmaceutiche focalizzato sul profitto. Esiste, però, una forma più perniciosa di esitazione vaccinale che è guidata da affermazioni e miti infondati e fuorvianti, compresa la disinformazione sugli effetti collaterali, che sono amplificati dai social media e da altri mezzi di comunicazione avanzata.
Secondo il documento finale dell'incontro: "A questa complessità si aggiunge il fatto che l'esitazione vaccinale esiste persino nella comunità medica e in alcuni gruppi religiosi. Il rifiuto dei vaccini può, in ultima analisi, far sorgere difficili questioni etiche sulla tensione tra la libertà di scelta individuale e il bene comune".
"Considerati uno dei più grandi successi della medicina moderna, i vaccini", dice ancora il documento, "svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie infettive. E' stato dimostrato che evitano milioni di morti e ne proteggono milioni in più dall'ammalarsi ogni anno. Ma per sbloccare il pieno potenziale innovativo dei vaccini è necessario intraprendere azioni per superare gli ostacoli all'equità vaccinale e affrontare le cause profonde dell'esitazione vaccinale".