sabato 14 ottobre 2023
Il Papa dedica un'Esortazione apostolica a santa Teresina di Gesù Bambino, dottore della Chiesa e co-patrona della missioni. Piccola antologia delle sue riflessioni più conosciute
Un'immagine di santa Teresa di Lisieux

Un'immagine di santa Teresa di Lisieux - Dall'archivio di Avvenire

COMMENTA E CONDIVIDI

Papa Francesco l’aveva annunciato all’Angelus del 2 ottobre scorso, nel giorno della festa di Santa Teresa del Bambino Gesù, «la santa della fiducia». Domenica 15 – ha detto il Pontefice – «pubblicherò l’Esortazione apostolica sul suo messaggio (ecco il testo integrale). Ci aiuti santa Teresina ad avere fiducia e a lavorare per le missioni».

Ma chi è stata questa santa monaca morta ad appena 24 anni?


La biografia
Santa Teresa di Gesù Bambino nasce ad Alençon in Francia il 2 gennaio 1873 da Louis Martin e Zélie Guérin . Viene battezzata due giorni dopo con i nomi di Maria Francesca Teresa. Alla morte della madre avvenuta il 28 agosto 1877 si trasferisce con tutta la famiglia a Lisieux.
Desiderosa sin da piccola di abbracciare la vita religiosa, nel 1988 a 15 anni entra nel Carmelo di Lisieux dove già vivevano le sorelle Paolina e Maria. Riceve l’abito dell’Ordine della Vergine ed emette la professione religiosa l’8 settembre 1890. Il suo nome da consacrata è suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo.
Su invito della madre superiora tiene un diario sul quale annota le tappe della sua vita interiore. Nell’edizione originale, la raccolta porta il sottotitolo “Storia primaverile di un fiorellino bianco”. Ma sotto l’apparente romanticismo, sottolinea il Dicastero delle cause dei santi, si nasconde in realtà un cammino duro verso la santità segnato da una forte risposta all’amore di Dio per l’uomo.
Dopo nove anni di vita religiosa, Teresa muore a soli 24 anni, il 30 settembre del 1897, a causa della tubercolosi: beatificata nel 1923 da Papa Pio XI che la considera la “stella del suo pontificato”, viene canonizzata due anni più tardi, il 17 maggio 1925. Il 14 dicembre 1927 lo stesso Pontefice la proclama patrona universale delle missioni insieme a san Francesco Saverio. Si realizzava così un sogno mai realizzato in vita: «Vorrei essere missionaria non soltanto per qualche anno – scrisse infatti santa Teresina –, vorrei esserla stata fin dalla creazione del mondo ed esserlo sino alla consumazione dei secoli».
Domenica 19 ottobre 1997 poi Giovanni Paolo II ha proclamata santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo “dottore della Chiesa” sottolineando nell’omelia: «La strada da lei percorsa per raggiungere questo ideale di vita non è quella delle grandi imprese riservate a pochi, ma è invece una via alla portata di tutti, la “piccola via”, strada della confidenza e del totale affidamento alla grazia del Signore. Non è via da banalizzare, come se fosse meno impegnativa. Essa è in realtà esigente, come lo è sempre il Vangelo. Ma è via permeata di quel senso di fiducioso abbandono alla divina misericordia, che rende leggero anche il più arduo impegno dello spirito».

La Basilica di Lisieux dedicata a santa Teresa di Gesù Bambino

La Basilica di Lisieux dedicata a santa Teresa di Gesù Bambino - Dall'archivio di Avvenire



Le sue riflessioni
Nella Catechesi tenuta il 7 giugno 2023, papa Francesco citando alcuni passaggi del suo del «Diario» racconta come sata Teresina sia stata «sorella spirituale di diversi missionari: dal monastero li accompagnava con le lettere e la preghiera e offrendo per loro continui sacrifici. Senza apparire intercedeva per le missioni, come un motore che, nascosto, dà a un veicolo la forza di andare avanti. La sua vita in convento non fu facile, ma accettò tutto con amore, con pazienza, offrendo, insieme alla malattia, anche i giudizi e le incomprensioni per il bene della Chiesa e soprattutto per i più lontani».
Commovente poi il richiamo alla sua attenzione per la conversione dei peccatori. «Teresa – ha ricordato Bergoglio nella stessa catechesi di giugno – «viene a conoscenza di un criminale condannato a morte per crimini orribili, si chiamava Enrico Pranzini – lei scrive il nome: ritenuto colpevole del brutale omicidio di tre persone, è destinato alla ghigliottina, ma non vuole ricevere i conforti della fede. Teresa lo prende a cuore e fa tutto ciò che può: prega in ogni modo per la sua conversione, perché lui che, con compassione fraterna, chiama “povero disgraziato Pranzini”, abbia un piccolo segno di pentimento e faccia spazio alla misericordia di Dio, in cui Teresa confida ciecamente. Avviene l’esecuzione. Il giorno dopo Teresa legge sul giornale che Pranzini, appena prima di poggiare la testa nel patibolo, “a un tratto, colto da un’ispirazione improvvisa, si volta, afferra un Crocifisso che il sacerdote gli presentava e bacia per tre volte le piaghe sacre” di Gesù. La santa commenta: “Poi la sua anima andò a ricevere la sentenza misericordiosa di Colui che dichiarò che in Cielo ci sarà più gioia per un solo peccatore che fa penitenza che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza!”».
Sono tante le frasi che evidenziano la grande ricchezza spirituale della santa che sulla preghiera, scriveva: «per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo lanciato verso il Cielo, è un grido di riconoscenza e di amore nella prova come nella gioia; insomma è qualcosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù».
Ancora: «Offriamo tutte le nostre sofferenze a Gesù per salvare le anime. Povere anime! Esse hanno meno gra­zie di noi e tuttavia il sangue di un Dio è stato versato per salvarle. Gesù è disposto a far dipendere la loro salvezza da un sospiro del nostro cuore. Che mistero! Se un sospiro può salvare un’anima, che cosa non possono fare delle sofferenze come le nostre? Non rifiutiamo niente a Gesù!».

Santa Teresa di Gesù Bambino

Santa Teresa di Gesù Bambino - Dall'archivio di Avvenire


Sul senso della vita: «II mio cuore è calmo come un lago tranquillo o come un cielo sereno; non ho rimpianti per la vita cli questo mondo; il mio cuore ha sete delle acque della vita eterna. Ancora un poco e l’anima mia lascerà la terra, finirà il suo esilio, terminerà il suo combattimento. Salgo al cielo. Tocco la patria, colgo la palma della vittoria! Fra poco entrerò nel soggiorno degli eletti, contemplerò bellezze che l’occhio dell’uomo non ha veduto mai, udrò armonie che l’orecchio mai udì, godrò gioie che il cuore non ha gustato mai... Eccomi giunta a quell’ora... Sono un fiore primaverile che il Giardiniere coglie a suo piacere. Tutti siamo fiori piantati su questa terra e che Dio coglie a suo tempo: un po’ prima, un po’ dopo. Un giorno ci ritroveremo in paradiso e godremo della vera felicità».
Molto toccanti anche le sua speranze sul Paradiso: «Intendo pienamente non rimanere inattiva in Cielo, il mio desiderio è lavorare ancora per la Chiesa e per le anime. Chiedo al buon Dio e sono sicuro che mi risponderà». «Soprattutto sento che sta per cominciare la mia missione, la mia missione di far amare il buon Dio come lo amo io, di dare alle anime la mia piccola via». «Voglio trascorrere il mio Paradiso facendo del bene sulla terra fino alla fine del mondo».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: