domenica 28 giugno 2020
Prete del sorriso, impegnato nell’accoglienza, ma anche della denuncia: alla fine degli anni Novanta aveva smascherato un giro di pedofilia
Don Baldassare Meli in una foto d'archivio

Don Baldassare Meli in una foto d'archivio - Ansa

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Prete del sorriso e della denuncia, insegnò l’accoglienza verso tutti attraverso la testimonianza quotidiana in un quartiere complesso come l’Albergheria, diventando punto di riferimento di famiglie, bambini, volontari, che scoprirono la bellezza e le contraddizioni del centro storico di Palermo.

È morto all’alba di sabato, nella canonica della parrocchia di Santa Lucia a Castelvetrano don Baldassare Meli. Aveva 76 anni. Originario di Aragona nell’Agrigentino, salesiano, ordinato sacerdote nel 1971 e per 17 anni anima del Centro Santa Chiara a Palermo, fu in prima linea nell’accoglienza dei migranti e nella difesa dei diritti dei bambini. Il tumore lo ha portato via.

Durante la sua permanenza a Palermo, alla fine degli anni Novanta, denunciò assieme al suo confratello, don Roberto Dominici, un turpe giro di pedofilia a Ballarò e all’Albergheria. Scattarono indagini, retate, processi nel 1996 e poi ancora nel 2000. I riflettori del mondo si accesero su quello scandalo. Ma non sempre l’azione di questi sacerdoti fu compresa e in molti casi subirono l’isolamento. Don Meli fu accolto dalla diocesi di Mazara del Vallo nel 2004 e inviato a Castelvetrano.

Negli ultimi mesi ha vissuto a casa di Ninetta Sammarco e Gesualdo Di Fazio, per le cure mediche a cui si era sottoposto. La camera ardente è stata allestita nella parrocchia di Santa Lucia a Castelvetrano. I funerali si sono svolti lunedì mattina, alle 10.30, in parrocchia, presieduti da Domenico Mogavero, vescovo di Mazara, e trasmessi sul canale YouTube della diocesi.

«Ci ha lasciato un fratello presbitero carissimo. Un amico sincero. Un apostolo infaticabile – ricorda Mogavero –. Un cuore aperto a tutti e pronto al perdono. Il Signore lo ha sostenuto e consolato con l’amore di quanti gli sono stati vicini, ricambiando l’amore da lui ricevuto». «Appassionato della profezia della denuncia evangelica, ci accomunava e ci appassionava quell’abbaiare quando tutto intorno taceva nell’indifferenza che è humus per chi schiacciava e abusava dei piccoli», ricorda don Fortunato Di Noto, presidente di Meter.

«Don Meli è stato un punto di riferimento per la città – sottolinea il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – Dobbiamo a lui e alla comunità di Santa Chiara tanta parte di quella elaborazione culturale e politica dei percorsi di solidarietà, inclusione e accoglienza che sono oggi al centro della nostra azione».

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