Nel dialogo ecumenico e interreligioso voluto dal Concilio Vaticano II "si gioca una parte rilevante del dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo". Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso pronunciato alla cerimonia di consegna del prestigioso 'Premio Ratzinger', divenuto ormai una sorta di 'Nobel della teologià. A riceverlo, presenti i 262 vescovi di tutto il mondo che partecipano in questi giorni al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, sono stati quest'anno Remi Brague, francese professore emerito di filosofia medievale e araba all'Universitè Pantheon-Sorbonne (Parigi I) e il gesuita padre Brian E. Daley. E ha aggiunto che c'è bisogno "di uomini che tengano lo sguardo fisso verso Dio attingendo da questa sorgente la vera umanità per aiutare chi il Signore mette sul nostro cammino a comprendere che è Cristo la strada della vita; uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio, perchè possano parlare anche alla mente e al cuore degli altri". "Operare nella vigna del Signore perché gli uomini e le donne del nostro tempo possano scoprire e riscoprire la vera 'arte del viverè: questa - ha ricordato il Papa teologo - è stata anche una grande passione del Concilio Vaticano II, più che mai attuale per l'impegno della nuova evangelizzazione".Nel corso della cerimonia è toccato al cardinale Camillo Ruini, presidente del comitato scientifico della Fondazione Ratzinger, presentare le biografie dei premiati (ai quali vanno ciascuno 50 mila euro, dai diritti d'autore di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI). Ruini ha affermato che il conferimento dei premi è oggi rafforzato dall'Anno della Fede e dal sinodo sulla nuova evangelizzazione, a 50 anni dal Concilio. La Fondazione, ha spiegato l'ex presidente della Cei, ha visto infatti nei premiati "due studiosi che, a partire di una straordinaria conoscenza delle origini e della storia della fede cristiana, sanno guardare in avanti, per costruire sulla base di questa medesima fede il presente e il futuro della famiglia umana, in conformità con l'intenzione profonda della teologia di Vostra Santità". Remi Brague è anche professore di filosofia delle religioni europee al'Università Ludwig Maximilian di Monaco, oltre che membro dell'Institut de France, Academie des Sciences Morales et Politiques (tra le sue numerose pubblicazioni, "Il futuro dell'Occidente", "La saggezza del mondo", "Il Dio dei cristiani, unico Dio?"), mentre padre Brian E. Daley è ordinario di teologia all'Università di Notre Dame (Indiana, Usa), intitolata a "Catherine F. Huisking" e già docente di teologia storica per 18 anni alla Scuola Weston di teologia dei gesuiti a Cambridge, Massachusetts (autore di "La speranza della Chiesa primitiva", "Sulla dormizione di Maria, le prime omelie patristiche" e "Gregorio Nazianzeno").Nel suo discorso Benedetto XVI ha esaltato i documenti del Concilio in tema di dialogo ecumenico ("Unitatis e redintegratio") e interreligioso ("Nostra Aetate"), ma anche la innovativa dichiarazione "Dignitatis Humanae" sulla libertà religiosa, della quale ha sottolineato la straordinaria portata. In proposito, il Pontefice ha osservato che "l'ecumenismo e il confronto con le altre religioni" sono "due aspetti decisivi per la Chiesa nei nostri tempi". Nel dialogo ecumenico e interreligioso voluto dal Concilio Vaticano II "si gioca una parte rilevante del dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo". Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso pronunciato alla cerimonia di consegna del prestigioso 'Premio Ratzinger', divenuto ormai una sorta di 'Nobel della teologià. A riceverlo, presenti i 262 vescovi di tutto il mondo che partecipano in questi giorni al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, sono stati quest'anno Remi Brague, francese professore emerito di filosofia medievale e araba all'Universitè Pantheon-Sorbonne (Parigi I) e il gesuita padre Brian E. Daley.