“La missione del
giornalista è di
dare voce a chi non ce l’ha” e, nell’era del web, “non arrivare prima ma arrivare meglio”. Lo ha detto il Segretario di Stato, il
cardinale Pietro Parolin, intervenendo a
Matera al convegno “
Le sfide del giornalismo al tempo di Francesco”, organizzato in occasione del congresso nazionale dell’Unione cattolica stampa italiana (
Ucsi) che si chiude domenica 6 marzo.
Per il
giornalista cattolico ha aggiunto
Parolin, che al congresso ha portato il saluto e la benedizione di Papa Francesco, “la fede non si oppone alla ricerca”. Sulla stessa scia di
Parolin, il presidente dell’
Ucsi, Andrea Melodia, ha introdotto i lavori del convegno dicendo che “il pontificato di Francesco ha scosso le acque dell’ambiente della comunicazione, perché il
Papa si è messo
dalla parte di chi non ha voce”.
“L’
informazione al tempo di
Papa Francesco si riempie la bocca delle periferie di cui parla il Papa ma alle periferie non guarda”. È la denuncia di
Marco Tarquinio, direttore di
Avvenire. Altrimenti come spiegare il fatto che nessun quotidiano, ad eccezione di
Avvenire e dell’Osservatore Romano, riporti in prima pagina la vicenda delle quattro
suore uccise in
Yemen? E come spiegare il fatto che dei guasti del gioco d’azzardo “non se ne parla neanche nel servizio pubblico?”.
Per padre Francesco Occhetta, scrittore de
La Civiltà Cattolica e consulente ecclesiastico nazionale dell’
Ucsi, la prima delle “sfide del
giornalismo al tempo di
Francesco” è quella di “ribadire che la dignità dell’uomo sta al centro della
professione giornalistica”.
Nel corso del convegno sono stati consegnati a
Marco Tarquinio direttore di
Avvenire e a
Nino Rizzo Nervo, presidente della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia, i premi intitolati ad Emilio Rossi.