"Di fronte alle
voragini spirituali e morali dell'umanità, di fronte ai vuoti
che si aprono nei cuori e che provocano odio e morte, solo
un'infinita misericordia può darci salvezza. Solo Dio può
riempire col suo amore questi vuoti, questi abissi, e
permetterci di non sprofondare ma di continuare a camminare
insieme verso la Terra della libertà e della vita". Nel
suo
messaggio pasquale Urbi et Orbi, papa Francesco ha voluto
rinnovare il suo augurio di pace e di speranza per il mondo, per
la fine delle situazioni di "sopruso e violenza", dei conflitti
che punteggiano il pianeta, degli attacchi terroristici
ripetutisi anche negli ultimi giorni.
"Il mondo è pieno di persone che soffrono nel corpo e nello
spirito, mentre le cronache giornaliere si riempiono di notizie
di efferati delitti, che non di rado si consumano tra le mura
domestiche, e di conflitti armati su larga scala che
sottomettono intere popolazioni a indicibili prove", ha detto
dalla loggia centrale di San Pietro, dopo la messa del giorno di
Pasqua, al termine della quale ha salutato in piazza gli ex
reali del Belgio, Alberto II e Paola, a pochi giorni dai tragici
attentati di Bruxelles. Ecco, quindi il
suo appello per la
Siria, "Paese dilaniato da un lungo conflitto", e la sua
preghiera per "i colloquio in corso", affinché "si possano
raccogliere frutti di pace e avviare la costruzione di una
società fraterna". L'auspicio si estende anche alle altre zone
di tensione nel bacino del Mediterraneo e in Medio oriente,
"in
particolare in Iraq, nello Yemen e in Libia". Così come in
Terrasanta per "la convivenza tra israeliani e palestinesi",
tramite "un negoziate diretto e sincero". Francesco non ha
trascurato "gli sforzi intesi a raggiungere una soluzione
definitiva alla guerra in Ucraina", con "le iniziative di aiuto
umanitario, tra cui la liberazione di persone detenute".
La sua "vicinanza" è andata quindi "alle vittime del
terrorismo, forma cieca ed efferata di violenza che non cessa di
spargere sangue innocente in diverse parti del mondo, come è
avvenuto nei recenti attentati in Belgio, Turchia, Nigeria,
Ciad, Camerun e Costa d'Avorio". E ha invocato "buon esito"
anche per le "prospettive di pace" in Africa e di distensione in
Venezuela. Il pensiero del Pontefice, poi, si è concentrato poi
sull'invito a "non dimenticare gli uomini e le donne in cammino
alla ricerca di un futuro migliore, schiera sempre più numerosa
di migranti e di rifugiati - tra cui molti bambini - in fuga
dalla guerra, dalla fame, dalla povertà e dall'ingiustizia
sociale": "fratelli e sorelle", ha sottolineato, che "sulla loro
strada incontrano troppo spesso la morte o comunque il rifiuto
di chi potrebbe offrire loro accoglienza e aiuto".
Non sono mancati, nel ricordo del Papa,
i cristiani
perseguitati per la loro fede - cui ha augurato "Non abbiate
paura" - così come i colpiti "dagli effetti dei cambiamenti
climatici, che non di rado provocano siccità o violente
inondazioni, con conseguenti crisi alimentari in diverse parti
del pianeta". Il "rassicurante messaggio" di Gesù risorto, ha
concluso prima del suo augurio finale di Buona Pasqua, "aiuti
ciascuno di noi a ripartire con più coraggio, con più speranza,
per costruire strade di riconciliazione con Dio e con i
fratelli. Ne abbiamo tanto bisogno!".