In Europa «oggi rischiamo di dissipare questa eredità" di integrazione "in
quanto le forze centrifughe delle crisi tendono a dividerci piuttosto che a unirci più strettamente. Gli egoismi nazionali, la rinazionalizzazione e il particolarismo nazionale si stanno espandendo. Non vi è dubbio che per quanto riguarda la questione dei profughi l'Europa si trovi di fronte a una sfida epocale».
È quanto ha affermato il presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz, alla cerimonia di conferimento del Premio Carlo a papa Francesco. «Era dalla seconda guerra mondiale - ha rimarcato - che non vedevamo così tante persone in fuga in tutto il mondo. Eppure i populisti approfittano della situazione fomentando la
paura invece di cercare soluzioni. La paura è comprensibile - ha
aggiunto -, ma in politica è cattiva consigliera».
"Dimenticando completamente la Storia - ha rimarcato Schulz -
25 anni dopo la caduta della cortina di ferro alcuni vogliono
costruire in Europa nuovi muri e recinzioni, mettendo quindi a
repentaglio una delle più grandi conquiste europee, la libertà
di circolazione". "Le persone che fuggono dalla brutalità dello
Stato islamico - ha aggiunto - o dalle bombe di Assad non si
fermeranno certo di fronte a muri o fili spinati". "Chi afferma
- ha quindi sottolineato Schulz - che gli stati nazionali riuscirebbero
a risolvere meglio da soli il problema nega la realtà. Come se
noi europei fossimo in grado di affermarci e difendere il nostro
straordinario modello di società in un mondo sempre più connesso
e globalizzato mentre il nostro continente si scompone in
singoli pezzi".
«L'Europa è la professione vivente della dignità umana, della convivenza tra gli uomini e della pace sociale. Nella vita di tutti i giorni
rischiamo talvolta di dimenticare il valore di questa conquista:
per questo apprezzo molto, Santo Padre, che Lei si appelli alla
nostra coscienza rammentandoci che possiamo, e dobbiamo,
dimostrarci all'altezza delle nostre responsabilità e sfruttare
meglio le nostre enormi responsabilità: per i rifugiati, per la
giustizia sociale, per l'armonia tra gli uomini e tra i popoli».
Anche il presidente della Commissione europea,
Jean-Claude Juncker, ha rivolto il suo discorso a Papa Francesco
in occasione della consegna del premio Carlo Magno.
"Soprattutto - ha evidenziato Juncker - in un'epoca che ci
vede confrontati a così tante prove sia all'esterno sia
all'interno, la forza che noi europei traiamo dallo stare
insieme è più importante che mai".
Presenti nella Sala Regia del Palazzo Apostolico vaticano, per la cerimonia di consegna del Premio internazionale Carlo Magno 2016, Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo, Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo; Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea e Angela Merkel, cancelliera della Repubblica Federale di Germania, il premier Matteo Renzi, il re di Spagna Felipe VI. Presente anche il presidente della Bce Mario Draghi.