«Siamo rimasti senza parole - ha affermato Roberto Mineo, presidente del Centro Italiano di Solidarietà - quando abbiamo visto l’auto con il Papa entrare nella struttura dove i nostri ragazzi combattono ogni giorno la loro battaglia per tornare alla vita. Francesco era senza scorta accompagnato soltanto da monsignor Rino Fisichella. Il Papa sembrava a casa sia con gli operatori e i volontari del Centro sia con i tossicodipendenti. Si è intrattenuto a lungo con ciascuno di loro come un padre premuroso ascoltando le loro storie e abbracciandoli a uno a uno. Alcuni ragazzi gli hanno mostrato le foto delle loro famiglie, dei loro figli e il Papa ha avuto per tutti una parola di speranza e una benedizione».
«Abbiamo confidato a Francesco - ha raccontato ancora Mineo - che la nostra filosofia, la filosofia che ci ha lasciato don Mario pone al centro l’uomo e che la nostra battaglia quotidiana coincide esattamente con quanto il Papa ha detto più volte che ‘la droga non si vince con la droga’, cioè che non è ammissibile la liberalizzazione delle droghe leggere. Qualche settimana fa - ha aggiunto il presidente del Ceis - avevamo scritto una lettera a Bergoglio raccontandogli il nostro lavoro con i ragazzi tossicodipendenti, ma anche con i profughi e con le donne vittime della violenza. Mai avremmo immaginato che il Papa, dopo aver letto la nostra lettera, ci avrebbe onorato con la sua presenza».
Il perché di questa visita a sorpresa
La visita del Papa rientra nei gesti di carità dei “venerdì della misericordia” che Papa Francesco compie, una volta al mese, durante tutto l'arco dell'anno santo. «Papa Francesco non smette di meravigliare» ha commentato l'arcivescovo Rino Fisichella, delegato pontificio per il Giubileo, che ha accompagnato Papa Francesco nella visita al Ceis. «La sorpresa - ha spiegato il presule - è stata generale. Nessuno si aspettava di vedere Papa Francesco e la profonda commozione ha toccato tutti. Il Papa è voluto rimanere insieme ai giovani, ha ascoltato le loro storie e ha fatto sentire a ognuno la sua vicinanza. Li ha provocati a non lasciarsi divorare dalla 'metastasi' della droga e, abbracciandoli, ha voluto far comprendere quanto il cammino iniziato in comunità è una reale possibilità per ricominciare a esprimere una vita degna di essere vissuta».
Quali sono stati finora i gesti di misericordia?Il primo segno fu compiuto dal Papa il 18 dicembre 2015 con l'aperturadella Porta santa all'Ostello don Luigi Di Liegro presso la Caritas di Roma. Mentre il secondo gesto di misericordia fu il 15 gennaio con la visita a sorpresa alla casa di riposo e alla casa di cura per persone in stato vegetativo nella periferia di Roma, a Torre Spaccata.
Che cos'è il Ceis di Roma?
Fondato da don Mario Picchi alla fine
degli anni Sessanta, il Ceis si è sviluppato notevolmente nel
corso del tempo con numerose strutture sia a Roma sia nella sua
provincia: dalla comunità terapeutica per i tossicodipendenti
alla cura dei giovani in doppia diagnosi (tossicodipendenza e
problemi psichiatrici); dall'assistenza domiciliare ai malati
di Aids e agli anziani, alle iniziative in favore di senza
fissa dimora, immigrati, rifugiati e richiedenti asilo
politico, fino alla prossima apertura della più recente
comunità La Casa per pazienti psichiatrici dimessi dagli
ospedali.
In oltre 45 anni di attività il Ceis ha accolto diverse volte il beato Paolo VI e san Giovanni Paolo II. Va ricordato inoltre che lo scorso 22 dicembre l'attuale segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin ha celebrato una Messa prenatalizia con i tossicodipendenti.