mercoledì 24 giugno 2015
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È morto questa mattina a Milano padre Silvano Fausti, 75 anni, gesuita bresciano e biblista; una figura di sacerdote e di studioso ben noto oltre i confini della diocesi di Milano per aver dato vita assieme a un gruppo di confratelli sul finire degli anni Settanta nella periferia milanese alla Comunità di Villapizzone, una struttura «di frontiera» in cui oggi vivono in uno stile all’insegna della condivisione evangelica una sessantina di persone, distribuite in sei nuclei famigliari, e una comunità di religiosi della Compagnia di Gesù. Padre Fausti era soprattutto noto per i suoi corsi di lectio divina e la guida di esercizi spirituali in varie diocesi italiane, e non solo. Molte delle sue meditazioni divennero da subito dei best seller, come ad esempio Occasione o tentazione? dedicato al tema del discernimento spirituale secondo il metodo di un gesuita a lui molto caro: Achille Gagliardi. Nato in Val Trompia il 2 gennaio 1940, Fausti entrò nella Compagnia di Gesù il 5 gennaio 1960 e fu ordinato sacerdote il 28 giugno 1968. Fondamentale nella scelta di farsi gesuita è stato l’esempio di suo zio Giovanni Fausti, religioso ignaziano e oggi servo di Dio, fucilato il 22 febbraio 1946 sotto la dittatura comunista in Albania: «Se ho scelto di entrare nella Compagnia di Gesù – rivelò in una recente intervista ad Avvenire padre Silvano – lo devo all’esempio e al martirio subito da mio zio Giovanni. E mi sono detto: "Voglio essere come lui"». Autore di numerosi saggi di natura esegetica ma anche divulgativa come Una comunità legge il Vangelo di Luca (Edb), Fausti proveniva da una formazione teologico-filosofica; durante il tradizionale percorso formativo all’interno della Compagnia era arrivato a un dottorato sulla fenomenologia del linguaggio presso l’università di Münster, in Germania. Cruciale in quegli anni tedeschi fu l’incontro con Karl Rahner, di cui fu allievo di dottorato, ma anche quello con Oscar Cullmann. Lo studio della fenomenologia del linguaggio divenne una delle molle che spinsero il giovane Silvano a dedicare tutto il suo ministero allo studio diretto della parola di Dio; dal finire degli anni Settanta – dopo aver lasciato l’insegnamento universitario – assieme ai gesuiti Tomaso Beck e Filippo Clerici deciderà in un certo senso di lasciare le "sicurezze" della comunità di San Fedele a Milano per entrare in un ministero diretto di annuncio tra la gente, in particolare quella di periferia. Con il consenso dei superiori il gruppo di religiosi si trasferì inizialmente in un appartamento di via Pasteur, in uno dei quartieri nuovi di Milano; quindi, dopo l’incontro con Enrica e Bruno Volpi (una coppia di laici missionari rientrati dall’Africa che voleva continuare a vivere anche a Milano lo stile dalla «porta aperta» sperimentato nel terzo mondo), nacque la Comunità di Villapizzone. Da anni padre Fausti era anche una delle firme più note dei periodici dei gesuiti italiani Popoli e Aggiornamenti Sociali. Assieme ai confratelli Beck e Virginio Spicacci è stato – anche nella delicata veste di direttore spirituale – uno dei gesuiti più vicini al cardinale Carlo Maria Martini durante il suo ministero in terra ambrosiana e negli anni successivi; l’arcivescovo era considerato da padre Fausti il suo primo «maestro» di lectio divina.
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