giovedì 29 agosto 2019
Aveva 95 anni. Era prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali
Il cardinale Achille Silvestrini, in un'immagine del 2010 (Ansa)

Il cardinale Achille Silvestrini, in un'immagine del 2010 (Ansa)

COMMENTA E CONDIVIDI

È morto stamani in Vaticano il cardinale Achille Silvestrini. Con lui scompare una delle figure più rappresentative della diplomazia e in particolare della Segreteria di Stato vaticana della seconda metà del Novecento.

Il porporato infatti, che avrebbe compiuto 96 anni il prossimo 25 ottobre, lavorò ininterrottamente nel Palazzo Apostolico dal 1953 al 1988 – al servizio di cinque Papi - ricoprendo dal 1973 al 1979 la carica di vice e dal 1979 al 1988 quella di “ministro degli esteri” della Santa Sede, avendo come superiore l’arcivescovo e poi cardinale Agostino Casaroli. E terminò il suo servizio come cardinale alla guida della Segnatura Apostolica dal 1988 al 1991 e poi da prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali fino al 2000.

Il suo nome è legato alla stagione della Ostpolitik vaticana con i primi contatti con le martoriate comunità dell’Europa orientale e con i governi comunisti e alle trattative che hanno portato alla revisione del Concordato con l’Italia. Ma la sua attività apostolica è legata anche a Villa Nazareth, l’istituzione a favore dei ragazzi meritevoli ma provenienti da famiglie meno abbienti e dove sono passati tra gli altri anche l’attuale cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e il premier Giuseppe Conte. È qui che “don Achille” è stato amorevolmente accudito negli ultimi anni della sua vita segnati dalla malattia.

Il cardinale Silvestrini, originario di Brisighella, era entrato a diciannove anni nel Seminario Diocesano faentino ove, il 13 luglio 1946, era stato ordinato sacerdote dal vescovo Giuseppe Battaglia. Iscritto nel contempo alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna, vi aveva conseguito la Laurea in lettere classiche con una tesi su "Lo Statuto fondamentale degli Stati di Santa Chiesa" promulgato da Pio IX nel 1948. Inviato a Roma nel 1948, si iscrisse al Pontificio Seminario per gli studi Giuridici di Sant'Apollinare, frequentando la Pontificia Università Lateranense, ove si laureò in Utroque iure.

Nel 1952 era divenuto alunno della Pontificia Accademia Ecclesiastica e nel dicembre 1953, regnante Pio XII, era entrato nel servizio diplomatico nella Sezione per gli Affari ecclesiastici straordinari della Segreteria di Stato, occupandosi dei problemi del Vietnam, della Cina, dell'Indonesia e in genere del Sud-Est asiatico. Dal 1958 al 1969, con Giovanni XXIII e Paolo VI, era stato tra i collaboratori dei Segretari di Stato Domenico Tardini ed Amleto G. Cicognani. Rientrato al Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, nuova denominazione assunta dalla Sezione per gli Affari ecclesiastici straordinari, si era occupato del Settore Organizzazioni Internazionali - problemi della pace, disarmo e diritti dell'uomo. Nel 1971 aveva accompagnato l'Arcivescovo Casaroli nella visita a Mosca per depositarvi lo strumento di adesione della Santa Sede al Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari. Nel 1972 era stato designato delegato-aggiunto alle consultazioni di Helsinki in preparazione della Conferenza sulla sicurezza e la Cooperazione in Europa, partecipando successivamente, a Helsinki e a Ginevra, a tutte le fasi della Conferenza. Nel 1977 era stato capo-delegazione aggiunto alla Riunione di Belgrado, per la verifica e lo sviluppo dell'atto finale di Helsinki. Aveva inoltre guidato le delegazioni della Santa Sede alla Conferenza delle Nazioni Unite sull'uso pacifico dell'energia nucleare (Ginevra 1971) e alla Conferenza sull'attuazione del Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari (Ginevra 1975). Nel luglio 1973 papa Montini lo aveva nominato Sotto-Segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa. E nel maggio 1979 Giovanni Paolo II lo aveva promosso arcivescovo segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa. L'ordinazione episcopale gli era stata conferita il 27 maggio dal Pontefice in San Pietro.

Come “ministro degli esteri” vaticano Silvestrini aveva guidato dal 1979 la Delegazione della Santa Sede per la Revisione del Concordato lateranense, conducendo le trattative con le autorità italiane fino alla firma dell'Accordo del 18 febbraio 1984. Innumerevoli poi sono state le missioni diplomatiche da lui compiute da nel corso di quegli anni. Ecco quelle elencate nella sua biografia ufficiale: rappresentante della Santa Sede a Madrid alla riunione per la sicurezza e la Cooperazione in Europa 1980-83; inviato a Malta (1981); a Buenos Aires, per la crisi delle Malvine-Falklands (1982); in Nicaragua e in El Salvador (1983); in Polonia (maggio 1983); ad Haiti per la modifica del Concordato (1984); a Stoccolma, come capo della Delegazione della Santa Sede alla sessione inaugurale della conferenza sul disarmo in Europa (1984); ad Helsinki, per la celebrazione del X anniversario della firma dell'Atto finale della Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa; ancora a Malta, per la definizione di un accordo sulle scuole della Chiesa (1985); in Libano e in Siria (1986); di nuovo a Malta per l'Esame di materie riguardanti le relazioni tra la Chiesa e lo Stato (1986); ancora in Polonia (1987).

Il 28 giugno 1988 Giovanni Paolo II lo aveva creato cardinale e il successivo 1° luglio lo aveva nominato Prefetto della Segnatura Apostolica, dove era rimasto per appena un triennio. Nel maggio 1991 infatti papa Wojtyla lo trasferì ad un incarico più consono alla sua esperienza e alle sue capacità, quella di Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali dove era rimasto fino al novembre 2000, quando aveva già superato i 77 anni.

Terminato il suo servizio diretto nella Santa Sede il cardinale Silvestrini si era potuto dedicare alla "Comunità" sorta da un gruppo di ex-alunni laureati, professionisti e amici di Villa Nazareth, da cui nel 1986 è nata la Fondazione "Comunità Domenico Tardini", che ha preso in affidamento dalla fondazione Sacra Famiglia di Nazareth la responsabilità delle attività formative e di gestione. Negli ultimi anni ad affiancarlo in questa missione è arrivato un suo ex “allievo” nella diplomazia vaticana, l’arcivescovo Claudio Maria Celli, che non a caso ha avuto un ruolo in quelle delicate trattative con la Cina che sono state quasi una riedizione della Ostpolitik vaticana aggiornata ai tempi di papa Francesco.

Con la sua morte di Achille Silvestrini il Collegio cardinalizio risulta composto da 215 cardinali, di cui 118 elettori e 97 non elettori.

Leggi l'intervista rilasciata dal cardinale Silvestrini a Filippo Rizzi in occasione del 90° compleanno

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: