I catecumeni davanti alla Cattedrale lo scorso 18 febbraio - Arcidiocesi di Sydney
«Un tempo eravate un popolo straniero... ma Dio vi ha portato a casa con misericordia, cittadini del cielo». Sono le parole di un inno composto da un missionario anglicano, James Edward Seddon (1915-1983), che è stato cantato lo scorso 18 febbraio dal coro della Cattedrale di Santa Maria di Sydney, durante il Rito di elezione, ovvero la presentazione dei catecumeni che la notte di Pasqua riceveranno il Battesimo e gli altri sacramenti dell’iniziazione cristiana. Erano 266 in tutto, in Cattedrale, accompagnati dai familiari e dai padrini, alla presenza dell’arcivescovo di Sydney, il domenicano Anthony Fisher. Un numero che rappresenta un boom per l’arcidiocesi australiana, che conta circa 590mila fedeli su 2milioni 700mila abitanti, poco meno di un quarto della popolazione. Si tratta di un aumento del 60% rispetto al 2021, quando è stato adottato dall’arcidiocesi un piano pastorale che ha segnato un deciso cambio di passo. «In quell’anno, per volontà dell’arcivescovo è stato lanciato il piano Go Make Disciples – spiega Simon Yeak, laico, 37 anni, responsabile dell’Iniziazione cristiana degli adulti – centrato su cinque punti: evangelizzazione, leadership, comunità, formazione e culto. A coordinarlo è il Centro di Sydney per l’Evangelizzazione. Sosteniamo e incoraggiamo le parrocchie con iniziative per aiutarle a rinnovarsi in senso missionario, con l’Eucaristia al centro di tutto. Abbiamo anche creato un centro di ascolto dove chi è interessato a diventare cattolico può contattare l’arcidiocesi con facilità e in modo che la sua richiesta di non vada perduta o subisca lungaggini. Io rispondo alle chiamate dei richiedenti e ascolto le loro storie. Dopo di che attivo il referente nella parrocchia in cui si trova la persona interessata e trasmetto le informazioni che ho raccolto. In questo modo il candidato viene accompagnato nel primo contatto con la comunità e poi viene seguito da vicino nel suo cammino verso la piena iniziazione alla vita cristiana».
I catecumeni di quest’anno vengono da 46 parrocchie, sono per metà autoctoni e per metà immigrati. Le storie di conversione sono le più disparate e spesso sorprendenti. «Mi ha molto colpito una giovane donna che viene dall’Indonesia, da un ambiente musulmano – racconta sempre Simon Yeak – cresciuta seguendo la preghiera e i riti islamici. Questo fino a quando ha iniziato a sentire dentro un vuoto e il desiderio di un legame più profondo e più intimo con Dio. Durante il suo pellegrinaggio alla Mecca ha chiesto a Dio cosa avrebbe dovuto fare nella sua confusione interiore. E ha sentito una voce che le diceva: “Diventa mia figlia”. Non sapeva cosa significasse, finché ha capito che era una chiamata a diventare figlia di Dio, cristiana. Quello che cercava era l’Amore che viene dal Padre. Nel Rito di elezione, il 18 febbraio, ha detto di sentirsi abbracciata, quasi sopraffatta dalla grande famiglia della Chiesa in cui stava entrando. Ha accettato tutte le sfide che si sono presentate nel suo viaggio dall’islam al cristianesimo ed è convinta che ne sia valsa la pena».
In questo speciale e a tratti misterioso momento di fecondità che sta vivendo l’arcidiocesi di Sydney, Simon Yeak vede anche il dono postumo di un pastore che lì ha lasciato un segno profondo, il cardinale George Pell, morto per i postumi di un banale intervento a Roma il 10 gennaio 2023, dopo un calvario giudiziario conclusosi con il riconoscimento della sua innocenza. Pell è sepolto proprio nella Cattedrale di Sydney, di cui occupò la cattedra dal 2001 al 2014. «Il suo esempio e la sua testimonianza di fede hanno toccato il cuore di chi vive la missione evangelica – dice Yeak – e le persone che qui si avvicinano alla Chiesa ne conosco la figura e parlano di lui. La sua presenza continua a farsi sentire e l’arcivescovo Anthony lo ha giustamente definito un “leone della Chiesa”. Ha sempre creduto nell’autentico messaggio del Vangelo e che l’incontro con la persona di Gesù Cristo è la chiave per portare gli altri alla sorgente di Dio. I referenti in diocesi per l’Iniziazione cristiana degli adulti spesso dicono di rifarsi al suo messaggio, alla sua forza, nell’affrontare il loro ministero. Inoltre, il modo in cui il cardinale Pell ha difeso gli insegnamenti della Chiesa, anche sulle questioni etiche, continua a dare alla nostra gente una solida base di fede su cui crescere».