Abbazia di Chiaravalle: cantiere aperto per il consolidamento strutturale, statico e antisismico, della trecentesca torre campanaria, detta «Ciribiciaccola» - Fotogramma-Massimo Alberico
Un ciclo di incontri, concerti e celebrazioni religiose per commemorare l’ottavo centenario della consacrazione della chiesa abbaziale. E l’apertura del cantiere di restauro della trecentesca torre campanaria, monumento ardito e delicato popolarmente noto come «Ciribiciaccola», bisognoso di cure. Così l’abbazia di Chiaravalle si fa incontro e si fa dono, alla città e alla Chiesa di Milano, in questo tempo di prova, angoscia, speranza, ancora segnato dalla pandemia. E da quella «emergenza spirituale» denunciata dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, alla quale la comunità cistercense risponde offrendo non solo i tesori d’arte e architettura del complesso monastico, ma anche, e anzitutto, i tesori della liturgia, della preghiera, dell’incontro, della direzione spirituale. E se nel 2021 cadono gli 800 anni di consacrazione della chiesa, nel 2022 sarà la volta dei 70 anni dal ritorno dei monaci per iniziativa del cardinale arcivescovo di Milano Alfredo Ildefonso Schuster.
Musica, cultura e liturgia. Tre conferenze, tre concerti, un convegno e, da maggio, una mostra e le visite guidate: è ricco di proposte il calendario di eventi per gli 800 anni di consacrazione della chiesa organizzato in sinergia tra il Monastero di Santa Maria di Chiaravalle, il Parco Agricolo Sud Milano, la cooperativa sociale Koinè, il Consorzio Tutela Grana Padano e l’Associazione Duecentesca (sezioni di Vignate e di Chiaravalle). Il programma si è aperto domenica 21 marzo con la conferenza (online, come esige l’emergenza Covid) tenuta da Paolo Grillo, ordinario di Storia medievale all’Università degli Studi di Milano, e dedicata alle relazioni dell’abbazia con il contesto politico e culturale milanese dalla sua fondazione, nel 1135, alla consacrazione della chiesa, avvenuta il 2 maggio 1221 per mano del vescovo di Milano Enrico Settala. Il culmine delle celebrazioni si avrà, dunque, sabato 1° maggio alle 18,30 con i vespri presieduti dall’arcivescovo Delpini e domenica 2 alle 10,30 con la Messa celebrata dal vescovo ausiliare di Milano Paolo Martinelli, vicario per la vita consacrata.
Cantiere Ciribiciaccola. Alla festa per la chiesa abbaziale, la torre campanaria si presenterà in "abito da lavoro". Appare infatti avvolta dai ponteggi, la Ciribiciaccola, che di Chiaravalle è icona e "vessillo" visibile da lontano nelle campagne del Sud Milanese. I lavori di restauro sono partiti a fine gennaio – e proseguiranno fino all’autunno – grazie ai contributi del Ministero dei Beni Culturali, della Fondazione Cariplo, della Regione Lombardia e del Consorzio Tutela Grana Padano. La "delicatezza" della torre è nota e richiede, da sempre, vigilanza e cura costanti. Proprio «l’attenta analisi dello stato di conservazione della torre» ha permesso di individuare «le vulnerabilità» di questa struttura innalzata nel 1347-1349 «per cui si è reso necessario l’avvio di una progettazione puntuale volta al consolidamento strutturale statico e antisismico», spiega una nota diffusa da Koinè.
Una torre «vulnerabile». Alla «approfondita campagna diagnostica e di rilievo», è dunque seguita «una fase di verifica di vulnerabilità statica e sismica» per approdare all’avvio del cantiere. «Obiettivo prioritario» del progetto di consolidamento strutturale e di restauro, concepito e coordinato dal professor Lorenzo Jurina, «è la riduzione della vulnerabilità sismica della Ciribiciaccola» con un intervento «non invasivo, rispettoso del bene monumentale e originale sotto il profilo realizzativo e tecnico», prosegue la nota. Riguardo allo stato di conservazione della torre, come emerso dalle indagini diagnostiche condotte nel 2018: «le murature appaiono disomogenee, per via dei molteplici rimaneggiamenti che la struttura ha subito nei secoli, come dimostrano i risultati ottenuti dalle indagini soniche. La Ciribiciaccola soffre carenze strutturali dal punto di vista sismico, per via dell’elevata snellezza e della geometria piuttosto “vuota”, che la rendono vulnerabile a carichi orizzontali. Localmente si ravvisa, a diversi livelli, la presenza di elementi in muratura in fase di distacco, colonnine in pietra significativamente erose e dalle ridottissime capacità resistenti, elementi in ferro ossidati che non garantiscono la necessaria sicurezza strutturale». Ecco, dunque, la necessità di aprire il cantiere. Come si è fatto grazie ai citati finanziamenti, che «hanno contribuito a generare un percorso virtuoso di raccolta fondi».
Chiaravalle: l'interno della chiesa abbaziale, consacrata il 2 maggio 1221, ottocento anni fa, dal vescovo di Milano Enrico Settala - Fotogramma-Massimo Alberico
L'abate: «Una parola di speranza nell’emergenza spirituale»
«In questo tempo di pandemia – tempo di emergenza spirituale, come ci ricorda l’arcivescovo Delpini – abbiamo cercato di essere sempre disponibili per l’ascolto, la confessione, la direzione spirituale. E per offrire una parola di speranza che fosse qualcosa di più dell’"andrà tutto bene" che fu lo slogan della prima fase dell’emergenza. Ecco: la nostra parola di speranza nasce dalla condivisione della certezza che Dio è lì, con te, nella fatica e nella sofferenza». Mette serenità, la voce di dom Stefano Zanolini («ma preferisco essere chiamato "padre Stefano"»), l’abate di Chiaravalle, mentre racconta come la sua comunità ha vissuto gli ultimi dodici mesi segnati dall’emergenza Covid.
«Siamo qui a servizio di Dio, quindi a servizio dei figli di Dio. Tutti, credenti e non credenti. Perché ci sono anche loro – racconta l’abate – fra quanti frequentano Chiaravalle. Come quell’uomo che viene in chiesa tutti i giorni per una visita. E, per quel che ho percepito, viene per gustare il silenzio, e per una stima, un apprezzamento, un’affezione nata in lui verso la nostra realtà». Nel tempo di lockdown più rigoroso, quando le chiese erano chiuse, «i fedeli che hanno in Chiaravalle il loro riferimento non sono più potuti venire. E abbiamo dovuto sospendere confessioni e direzione spirituale. Ma quando abbiamo potuto riaprire la chiesa, il flusso dei fedeli è ripreso come prima. Dalle Messe alla preghiera comunitaria, tutto è ricominciato. Sembrava davvero che i fedeli non vedessero l’ora di tornare qui, con noi». Quel «noi» ha il nome e il volto dei 17 monaci cistercensi di Chiaravalle: «il più giovane ha 35 anni, la metà circa è sotto i 45 anni, il più anziano ne farà 98 fra due mesi. Due messicani, tutti gli altri italiani».
Il Covid non si è fermato alle porte dell’abbazia. «L’anno scorso due di noi si sono ammalati, ma sono guariti bene, senza conseguenze – riprende padre Zanolini –. Per un paio di mesi, seguendo le indicazioni del nostro medico e dell’Ats, abbiamo fatto "quarantena": sospesa la preghiera comune in coro, abbiamo tenuto solo la celebrazione dell’Eucaristia e abbiamo iniziato a pregare da soli, nelle nostre stanze o in altri spazi. Poi, rispettando il distanziamento e gli altri criteri anti contagio, siamo tornati alla vita comune. Ma questa "quarantena", come è emerso dal confronto fra noi monaci, ha portato alla luce aspetti molti interessanti come la riscoperta del valore della solitudine e la valorizzazione del tempo – della preghiera, ma non solo – e della responsabilità di ciascuno nel modo di vivere e di organizzare il tempo secondo la nostra vocazione». Ma il Covid ha varcato le porte dell’abbazia anche in altri modi. «La pandemia è entrata nella nostra preghiera. Abbiamo ricordato quanti sono stati, e sono, nella prova». Non solo: «Siamo consapevoli delle gravi ricadute economiche della pandemia. Il nostro primo impegno – testimonia l’abate – è stato di garantire lo stipendio ai tre nostri dipendenti. Non è stato facile, la nostra bottega di prodotti monastici è stata chiusa per quattro mesi. Ma ce l’abbiamo fatta».
Chiaravalle: alcuni dei monaci cistercensi assieme all'abate Stefano Zanolini. Oggi la comunità è formata da 17 religiosi - foto www.abbaziadichiaravalle.it
Una storia iniziata nel 1135 nelle campagne di Milano
L’abbazia di Chiaravalle, fondata da san Bernardo di Clairvaux nel 1135 nelle campagne a sud di Milano, è uno dei più importanti complessi monastici italiani ed è non solo uno scrigno d’arte e architettura insigne, ma un vivo punto di riferimento religioso, nel segno della regola e della spiritualità benedettina. La costruzione della chiesa attuale – consacrata nel 1221 – è iniziata tra il 1150 e il 1160 su una prima cappella originaria. Fra gli artisti che hanno decorato la chiesa fra il '500 e il '700 si ricordano Bernardino Luini e i fratelli Fiammenghini. La torre campanaria, detta «Ciribiciaccola», è stata innalzata nel 1347-1349. E risale al XV secolo la Sala capitolare. Tra il 1439 e il 1497 viene realizzato il chiostro grande, attribuito a progetto del Bramante, in seguito demolito. La comunità monastica, soppressa nel 1798, si è ricostituita il 1° marzo 1952.
I vespri con Delpini, la Messa con Martinelli
Si è aperto domenica 21 marzo con una conferenza di Paolo Grillo (Università degli Studi di Milano) il ciclo di eventi per gli 800 anni di consacrazione della chiesa abbaziale. Altre due le conferenze in agenda: l’11 aprile con Luigi Schiavi (Università di Pavia) sulla evoluzione architettonica della chiesa abbaziale, il 25 aprile con monsignor Claudio Fontana (segretario dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini) sulla «dedicazione di una chiesa monastica nel Medioevo». In programma anche due conferenze-concerto sul canto gregoriano tenute da Susanna Castelli (27 marzo e 17 aprile) e un «Concerto d’organo e poesia» (il 24 aprile). Sabato 1° maggio alle 16 si terrà il convegno «Chiaravalle, Milano e i cistercensi XII e XIII secolo» con Giacomo Campagna, Guido Cariboni, Maria Pia Alberzoni (Università Cattolica di Milano) e Paolo Grillo (Statale di Milano), moderati da Nicolangelo D’Acunto (Cattolica di Milano). Lo stesso giorno alle 18,30 i vespri presieduti da Delpini; domenica 2 maggio alle 10,30 la Messa con l’ausiliare di Milano Paolo Martinelli. Da maggio, infine, il via a visite guidate tematiche e (nel chiostro) a una mostra dedicata alla chiesa. Le attività, ricordano i promotori, si svolgeranno in presenza o online in base alle normative vigenti. Saranno gratuite e necessitano di prenotazione. Per informazioni sul programma completo e per prenotare: 02.84930432; infopoint@monasterochiaravalle.it; www.abbaziachiaravalle.it.
Chiaravalle: veduta aerea del complesso monastico, nelle campagne a sud di Milano. Sullo sfondo si intravvede la metropoli - .