sabato 9 aprile 2016
Questa domenica si celebrera la 92ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il rettore Franco Anelli: incoraggiamo i giovani a essere protagonisti nell'Italia di domani.
A Roma dal Papa per il Giubileo
Domenica la Giornata dell'ateneo
Università Cattolica «speranza per il futuro»
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L’Università Cattolica come «luogo di formazione per creare il proprio futuro», ma anche «luogo di speranza per il futuro». Alla vigilia della Giornata nazionale per l’Università Cattolica (domenica 10 aprile), celebrata dalla Chiesa italiana, e nel giorno del pellegrinaggio giubilare dell’ateneo a Roma, il rettore Franco Anelli, spiega obiettivi e impegni della realtà accademica che dirige dal 2012. Il tema scelto per la Giornata per l’Università Cattolica è 'nell’Italia di domani io ci sarò'. Uno sguardo verso il futuro. Ma oggi rettore in quale situazione ci troviamo? La situazione è innegabilmente difficile. Il naturale desiderio dei ragazzi di andare incontro al domani è frenato da messaggi scoraggianti sulle prospettive occupazionali dopo gli studi, sulla possibilità di rendersi economicamente autonomi in tempi ragionevoli e dunque di formarsi una famiglia e persino, più a lungo  termine, sul futuro previdenziale. In questo contesto l’Università Cattolica avverte con urgenza il dovere di essere un 'luogo di speranza' per i propri studenti. Non si tratta di promuovere un generico ottimismo, bensì di incoraggiare i giovani, come si legge nel Messaggio diffuso dalla Cei per questa giornata, 'ad investire le loro energie in percorsi di autentica crescita umana, spirituale, culturale e professionale'. Questo richiede alle università di coniugare progettualità e proposta di valori autentici. Quali le criticità maggiori. Ma anche quali punti di luce dell’attuale realtà accademica in Italia? I principali problemi sono l’eccesso di burocrazia che mortifica gli atenei più attivi, ostacolandone la volontà di innovare e competere sul piano internazionale, la scarsità dei finanziamenti (tra i più bassi d’Europa), che colpiscono specialmente le università libere, l’incapacità di trattenere molti dei nostri migliori talenti, la riduzione delle risorse per il diritto allo studio che penalizza i ragazzi meno abbienti. Su quest’ultimo punto la Cattolica supplisce da anni alle carenze del sostegno pubblico, attingendo a fondi propri (l’ultimo stanziamento è di 1,4 milioni di euro). Le note positive riguardano l’elevata qualità dei ricercatori e dei docenti italiani, che consente di ottenere risultati apprezzabili anche con risorse limitate sul piano della ricerca e di formare persone ben preparate, che spesso devono però lasciare la patria per mettere a frutto le loro doti. L’internazionalizzazione deve essere invece un mezzo di perfezionamento della preparazione, e di arricchimento dell’esperienza individuale a beneficio del nostro Paese. Formare le nuove generazioni e preparare coloro che sono chiamati a reggere le sorti del Paese. La Cattolica ha questo mandato nel suo Dna. Come lo vive in questi anni? Nella sua storia la Cattolica ha formato molte personalità di grande rilievo istituzionale: capi di Stato e di governo, massime autorità parlamentari, alti magistrati. E, tuttavia, credo sia più importante sottolineare il contributo offerto da tutti gli oltre duecentomila laureati: generazioni di professionisti, amministratori pubblici, medici, religiosi, educatori, scienziati, imprenditori, che hanno concorso sensibilmente allo sviluppo dell’economia e alla crescita culturale e sociale dell’Italia. Il presente ci vede impegnati ad arricchire e aggiornare l’offerta formativa per coniugare la tradizionale solidità della preparazione di base con l’apertura internazionale e con l’attenzione all’inserimento nel mondo del lavoro. I dati sull’occupazione dei nostri laureati sembrano premiare tale sforzo, se si considera che quasi il 77% trova impiego entro un anno dalla laurea. Una percentuale rilevante per un Ateneo articolato in dodici Facoltà, molte delle quali a vocazione umanistica. Oggi siete in pellegrinaggio a Roma in occasione dell’Anno Santo. Cosa significa per una Università Cattolica vivere il Giubileo nella sua vita accademica? I nostri fondatori vollero dedicare l’Università al 'Sacro Cuore', fonte della Misericordia divina. Questo Giubileo straordinario è dunque un dono che assume per noi un valore speciale, che ci riporta all’essenza della nostra storia e che, nel contempo, ci proietta nel futuro con rinnovata consapevolezza. Con questo pellegrinaggio, nell’esprimere la nostra gratitudine al Santo Padre, chiediamo al Signore di renderci capaci di testimoniare il Suo amore per ogni uomo anche nel mondo della scienza e della cultura. Formazione integrale dell’uomo. Fede e scienza non come avversarie, ma alleate. In che modo aiutate i vostri studenti a vivere questo binomio? Il perseguimento della crescita integrale della persona è una caratteristica distintiva del nostro ateneo. L’attenzione ai progressi didattici e scientifici, necessaria per migliorare la qualità delle conoscenze ed elevare il grado di professionalità, si compie nella valorizzazione del senso religioso e nella formazione etica della persona. Anche per questo è importante la presenza dei corsi di teologia, che stimolano lo studente a interrogarsi sulla libertà, sulla trascendenza e, appunto, sul rapporto tra fede e ragione. In generale, resta fondamentale il ruolo dei 'maestri' e la loro capacità di testimoniare con l’esempio e l’intelletto non solo la compatibilità, ma la speciale ricchezza che può scaturire dal dialogo tra scienza e fede. L’Università Cattolica opera quotidianamente per dare ai giovani ragioni, valori e strumenti per sostenere concretamente la loro speranza e per assicurare la presenza di scienziati e intellettuali cattolici nei settori più avanzati delle scienze e della cultura. Si tratta di un compito sempre più cruciale e impegnativo sul quale, anche quest’anno, chiediamo il sostegno dei cattolici italiani, consapevoli del fatto che, come dice papa Francesco, 'il cammino della speranza è difficile e non si può percorrere da soli'.
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