Un momento della celebrazione per i 75 anni delle Orsoline del Sacro Cuore di Maria a Monte Berico (Vicenza) - Piero Baraldo ph.
La salvezza e la santificazione della classe popolare femminile è il carisma che nel 1907 Giovanna Meneghini ricevette come intuizione da Dio per la famiglia religiosa che stava fondando. Un dono specifico, ma non così tanto perché la Chiesa riconoscesse velocemente le suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria.
Gli inizi di questa realtà fondata a Breganze, nell’alto vicentino, furono infatti piuttosto tribolati e la prematura morte della fondatrice certamente non contribuì ad aiutare il piccolo nucleo di sorelle sorto attorno a lei. Tuttavia, la traduzione in vita che la Meneghini fece della grazia ricevuta fu sufficiente perché le sorelle si adoperassero continuamente per le donne più emarginate.
Un momento della celebrazione per i 75 anni delle Orsoline del Sacro Cuore di Maria a Monte Berico (Vicenza) - Piero Baraldo ph.
Inizialmente furono le “giovanette”, specialmente le orfanelle, ma presto, insieme ai consueti impegni pastorali, arrivarono anche le scuole materne, le cooperative… di volta in volta, a seconda della propensione personale, ma soprattutto delle necessità intravviste dalle diverse generazioni di orsoline, vennero tentate strade nuove, così da attualizzare continuamente il carisma della fondatrice. Non solo. Le prime sorelle insegnarono con la vita a quelle che entravano in istituto la necessità di pregare per ottenere la grazia del riconoscimento della Chiesa.
L’approvazione diocesana giunse l’8 settembre 1941, dopo un decennio particolarmente difficile nel quale venne vietato accogliere nuove giovani in formazione. La difficoltà era proprio la comprensione di un carisma tanto ampio quanto specifico, ma che per i primi decenni del XX secolo era inutile: c’erano le suore catechiste, le suore infermiere e quindi le orsoline del Sacro Cuore di Maria a cosa sarebbero servite attuando la salvezza e la santificazione della classe popolare femminile? A guardare indietro oggi si potrebbe dire che invece serviva a molto, vista l’attualità di tale carisma.
Con coraggio e caparbietà, oltre che tanta fede, le prime orsoline SCM continuarono a prodigarsi per il riconoscimento pontificio che, finalmente, arrivò il 25 marzo 1950. Esattamente 75 anni fa.
Essere riconosciute dal Vaticano significava avere una conferma all’intuizione della venerabile Giovanna Meneghini, ma anche essere in qualche modo viste dalla Chiesa in modo nuovo, con l’autorevolezza conquistata attraverso molte tribolazioni, anche per causa di alcuni sacerdoti che proprio non comprendevano l’originalità di quel dono.
Una vera impresa per una congregazione religiosa che è sempre stata composta da poco più di 100 sorelle, sparse in Italia, soprattutto nel nord, ma anche in Brasile (Volta Redonda nello stato di Rio de Janeiro e Boa Vista nello stato di Roraima) e Mozambico (a Beira e Dondo). Oggi l’impegno della fondatrice viene declinato negli ambiti pastorale e sociale, oltre che in quelli educativo e missionario.
Da 25 anni inoltre c’è un impegno a livello culturale, anche grazie all’Associazione Presenza Donna che promuove incontri perché si crei un dialogo autentico a livello sociale tra il maschile ed il femminile. Un’intuizione oggi più che mai necessaria, non solo in Italia, per dare dignità alle donne, ma anche agli uomini che hanno bisogno di ritrovare la propria identità più profonda in una continua dialettica costruttiva.
Un momento della celebrazione per i 75 anni delle Orsoline del Sacro Cuore di Maria a Monte Berico (Vicenza) - Piero Baraldo ph.
Per celebrare questi 75 anni di riconoscimento pontificio le Orsoline SCM sabato scorso hanno partecipato a Monte Berico alla Messa presieduta dal vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto, e concelebrata da Beniamino Pizziol, vescovo emerito di Vicenza, e da Adriano Tessarollo, vescovo emerito della diocesi di Chioggia. «Rendiamo grazie al Padre per la Parola che le Suore Orsoline stanno ascoltando anche dalla cultura odierna - ha detto Brugnotto nell'omelia - che necessita uno sguardo più coraggioso nella promozione della donna con la passione per il femminile in ambito pedagogico, filosofico, sociologico e teologico, vera profezia del nostro tempo».